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Da Londra 2012 a Rio 2016, a seguito di un’attesa durata ben quattro anni riprende finalmente corpo la più grande competizione sportiva del globo, stiamo parlando ovviamente della trentunesima edizione dei Giochi Olimpici.
E tra le molteplici discipline che compongono lo splendido mosaico di questa storica manifestazione non poteva non figurare in prima linea anche il nostro amato sport con la racchetta.
Sin dai tempi remoti l’immagine del ponte è metafora dell’unione tra popoli, è simbolo di fratellanza; in un mondo che purtroppo sta riscoprendo l’architettura della divisione, i ponti cedono (nuovamente) il passo a muri e a barriere, l’unione alla separazione. In un clima socio-politico a tinte fosche prende il via quest’oggi a Rio De Janeiro la XXI edizione dei Giochi Olimpici dell’era moderna, il massimo evento sportivo planetario, un ponte –appunto- tra la storia e la contemporaneità, tra il passato e il presente; anche per questo l’Olimpiade è un appuntamento che trascende lo sport e la pratica agonista coinvolgendo per due settimane 11000 atleti provenienti da 207 nazioni, atleti certamente divisi sul campo di gara dall’appartenenza nazionale ma che, altrettanto certamente condividono i valori dello sport che ispira lo spirito olimpico: anche e soprattutto a Rio 2016 il messaggio dello sport è inequivocabile e potremmo tradurlo in parole con il celebre motto “United we stand, divided we fall”.
Nel mezzo del cammin tra Wimbledon e le Olimpiadi di Rio de janeiro, probabilmente i due eventi più attesi e desiderati tra i top player, la Rogers Cup (quest’anno a Toronto per gli uomini e Montreal per le donne) si è svolta sicuramente in tono minore rispetto a tutti gli altri Master 1000 e Premier Mandatory dell’anno. Infortuni, pause di recupero, preparazione Olimpica hanno influenzato sensibilmente i rispettivi tabelloni spogli di molti elementi di primo piano. Le assenze di Federer, Murray, Nadal, Serena, Muguruza, Azarenka hanno certamente dato meno fascino ai due tornei rendendo molto più prevedibili gli esiti finali.
Il Master 1000 di Toronto è giunto all’epilogo di questa edizione. Nella notte si sono concluse le semifinali del torneo, che ci hanno regalato i nomi dei due finalisti.