Mentre sta per terminare il torneo di Montreal che tante sorprese e poche (una, Federer) certezze ha evidenziato, sta prendendo forma il secondo Master 1000 sul cemento nordamericano, quello di Cincinnati forse il più simile di tutti allo US Open anche dal punto di vista ambientale: stessa temperatura media giornaliera (24°), stessa % di umidità (60 con punte di 80 alla sera) quasi identica quantità di pioggia media (90mm contro 60mm).
Ecco che allora diventa fondamentale tappa di avvicinamento per giocatori e addetti ai lavori in previsione dell’ultimo Slam dell’anno. Il torneo di Cincinnati, nato nel 1899, è il più vecchio torneo degli USA che si gioca nella stessa città originale anche se in impianti diversi e su superfici diverse visto che fino al 1979 si è giocato prevalentemente su terra battuta. Un record quindi per la città dell’Ohio che si appresta a far iniziare l’edizione numero 116 in campo maschile e 89 in quella femminile. Da segnalare inoltre come il torneo non si sia interrotto durante la seconda guerra mondiale ma soltanto in 3 circostanze: 1918 e 1921 in occasione del primo conflitto e nel 1935 a causa della grande depressione che per molti mesi paralizzò gran parte degli Stati Uniti. Grande tradizione e grande prestigio quindi per questo avvenimento che si disputa sui 16 campi del Lindner Family Tennis Center, un impianto maestoso che possiede un ulteriore primato; infatti oltre ai tornei dello Slam è l’unico impianto al mondo che vanta oltre 2 stadi permanenti, addirittura 4 per un totale di quasi 25000 posti a sedere.
Torneo quindi estremamente prestigioso come evidenziato anche dalla champion’s list; per citare alcuni illustri vincitori menzioniamo Bill Tilden campione nel 1926, Pancho Segura impostosi nel 1942 e 44, Ken Rosewall nel ’70, Stan Smith nel ’71, Jimbo Connors nel ’72, John McEnroe nel 1981 l’anno prima della vittoria di Ivan Lendl. Mats Wilander ha trionfato addirittura in 4 edizioni (’83, ’84, ’86, ’88)mentre Sampras e Agassi si sono fermati soltanto a 3 titoli ciascuno. Non vanno poi dimenticati i due successi di Chang e di Roddick oltre alle singole affermazioni di vincitori Slam come Kuerten e Rafter. Ovviamente, come in quasi tutti i torni più prestigiosi (eccezion fatta per quelli su terra), negli anni 2000 il dominatore è stato Roger Federer che ha alzato la coppa al cielo per ben 7 volte su 7 finali disputate a partire dal 2005. Percorso opposto per Novak Djokovic; l’ex numero 1 al mondo infatti si è presentato in finale per ben 5 volte senza mai uscirne vincitore. Campione in carica il croato Marin Cilic fresco finalista di Wimbledon che siè ritirato dal torneo per i problemi fisici riscontrati proprio nel torneo londinese. Oltre a Roger quindi, tra i protagonisti di questa edizione, solo Nadal ha avuto il piacere di vincere già questo torneo (2013) mentre solo Ferrer e Isner hanno raggiunto almeno la finale.
Entrando nello specifico dell’edizione attuale, purtroppo sono numerose le rinunce eccellenti che impoveriscono il tabellone in modo sensibile così come era avvenuto in Canada. Assenti sicuri saranno ancora Djokovic, Murray, Wawrinka, Cilic e Pouille mentre altri top player come Kyrgios, Raonic (acciaccati in Canada) e Berdych (ritiratosi a Montreal) sono in forte dubbio. Altro assente certo sarà l’enfant prodige Denis Shapovalov che risulta iscritto al Challenger di Vancouver rendendo impossibile il suo inserimento a Cincinnati anche come SE. Peccato non poter verificare i progressi e ammirare le gesta di questo giovane atleta sulla strada dell’eccellenza mondiale. Per il canadese sicuramente una disdetta non potersi confrontare di nuovo con i grandi campioni, ma a sua discolpa possiamo evidenziare come alla data della presentazione dell’entry list (24/07) la sua classifica ATP diceva 130, ottima per entrare nel main draw a Vancouver (Ch 100000 $) ma di oltre 20 posti fuori dal tabellone di qualificazione di Cincinnati (il cut off quali era 85 adesso arrivato a 21...). Discorso a parte per moltissimi altri tennisti tra cui anche qualche nostro portacolori. La programmazione annuale è un argomento molto complesso che meriterebbe un approfondimento a parte con competenze che vanno oltre alla mera lettura dei calendari e delle classifiche. Alcune piccole indicazioni a proposito di questo torneo però ci sentiamo di doverle sottoporle al pubblico.
Alcuni tennisti tra cui Groth, Rubin e Napolitano risultavano iscritti sia alle quali del Master 1000 dell’Ohio che al challenger di Vancouver entrambi giocato su cemento (non ci permettiamo di contestare chi ha scelto di giocare ad esempio su terra rossa, avrà fatto le proprie valutazioni di comodo in base alla superficie sulla quale si sente di potersi esprimere meglio). Tutti e tre questi atleti che viaggiano attorno alla posizione 180 ATP alla fine hanno optato per partecipare a Vancouver e non alle quali di Cincinnati alle quali erano ampiamente dentro dopo l’ecatombe di ritiri (ben 25 solo dal tabellone di qualificazione). In entrambe le situazioni risultavano tra i giocatori con classifica più bassa con soltanto 6 o 7 avversari inferiori a loro e quindi in nessuno dei due casi avevano maggiori possibilità di vincere più partite rispetto all’altro torneo. Quindi perché Vancouver con un clima completamente diverso da New York al quale parteciperanno tra venti giorni nelle qualificazioni? Perché non provare ad entrare in tabellone di un Master 1000 che ha sicuramente un prestigio imparagonabile? Soprattutto in un’edizione “zoppa” a causa dei molti ritiri. Tra quanto tempo il numero 180 ATP avrà di nuovo la possibilità di partecipare alle quali di un Master 1000? Inoltre per nostra grande sorpresa il motivo non è nemmeno economico in quanto perdere al primo turno di qualificazione a Cincinnati equivale d intascare 2.000$, il doppio dell’assegno intascato in caso di sconfitta al primo turno nel challenger ( ed abbiamo detto che i due tabelloni possono essere paragonabili). Riuscire a qualificarsi inoltre (basta vincere 2 partite…) permetterebbe, oltre al prestigio di giocare in un tabellone principale, anche di intascare la bella cifretta di 17.700$. Vincere il torneo in Canada (5 partite sulla carte tutte da sfavorito) porterebbe nelle casse 14.000$, 3.700$ in meno! Quindi perché? Nemmeno i punti in palio ci hanno chiarito le idee. Ogni partita vinta mette in palio a Cincinnati esattamente il doppio dei punti di Vancouver. Vincere un turno di quali vale 16 punti contro 8, giocare il primo turno nel M.D (vincere in totale 2 partite) equivale a 35 punti. Le stesse due vittorie in Canada valgono 17 punti. Quindi: perché?
Dopo la parentesi programmazione che ci sembrava doveroso sottolineare guardiamo dall’alto in basso il tabellone principale di questo Master 1000. Nadal testa di serie 1 è reduce dalla brutta sconfitta (per sua stessa ammissione) contro Shapovalov nella quale ha evidenziato limiti di tenuta fisica e mentale. Anche in questo torneo il tabellone non è semplice con Gasquet al secondo turno e Mueller al terzo. Tutti ricorderanno la recente sfida tra i due con vittoria lussemburghese a Wimbledon che bene non deve aver fatto al morale e all’autostima del maiorchino. Se come crediamo Nadal abbia optato per una preparazione più a medio termine con obiettivo Flushing Meadows in questo torneo potrebbe essere più preparato superando questi seppur temibili ostacoli. Lo spot successivo è il più divertente, equilibrato e indecifrabile; vi leggiamo i nomi: Goffin, Kyrgios, Anderson, Karlovic, Vesely e Tsonga! Chi la spunterà potrà ritenersi già soddisfatto del proprio torneo e il nostro uomo è Anderson che ripresosi dagli infortuni sta mettendo in mostra un buonissimo tennis soprattutto su una superficie rapida come quella nordamericana. Leggermente sotto ecco lo spicchio di Fognini che non avrà vita facile con il russo Medvedev al primo turno. Al secondo poi ci sarebbe Thiem che sembra un po’ in crisi di risultati. Presenti anche Mannarino e Haase, due delle eccellenti sorprese di Montreal che sfortunatamente si sfideranno al primo turno, e Querrey che invece in terra canadese ha un po’ deluso. Ultimo spot della parte alta presidiato da kei Nishikori autore fino al momento di un 2017 nettamente al di sotto delle aspettative. A fargli compagnia anche il nostro Paolo Lorenzi chiuso nel pronostico da Carreno e il duo spagnolo Ferrer-Verdasco . Nella parte bassa di tabellone, testa di serie numero 6 è Milos Raonic che come detto rimane in forte dubbio e comunque in condizioni non ottimali. Potrebbe approfittarne il regolare Bautista Agut o l’imprevedibile Monfils due tra i più diversi giocatori del circuito. Alexander Zverev sta invece inanellando molti successi e ci chiediamo se dopo la vittoria a Washington e la semifinale (al momento della stesura del pezzo) di Montreal non sia il caso di prendere un po’ di fiato in vista degli US Open. In caso contrario nel suo spot un manipolo di americani capitanati da John Isner tenterà il colpaccio nella terra natia; Paul, Tiafoe e Young non sembrano però ancora del livello del loro “capitano”. DelPotro conferma la non grande fortuna all’urna dei tabelloni. Dopo Isner al primo turno canadese gli è toccato in sorte Berdych (se sarà presente). Chi dovesse uscire vincitore avrà i favori del pronostico sia con Chung che con Dimitrov sempre alla ricerca più dello spettacolo che della sostanza. Chiudiamo inevitabilmente con King Roger. Lo svizzero, brillando il giusto (non troppo) non ha avuto problemi ad arrivare in fondo a Montreal e crediamo che a Cincinnati potrebbe essere ancora più pronto e difficilmente si lascerà scappare la possibilità di superare Rosewall come più anziano vincitore del tabellone americano (35 anni e 8 mesi il primo, 36 da poco compiti il secondo).
Possibili quarti:
Nadal – Anderson; Querrey – Nishikori; Monfils-Zverev; DelPotro- Federer
Mentre sta per terminare il torneo di Montreal che tante sorprese e poche (una, Federer) certezze ha evidenziato, sta prendendo forma il secondo Master 1000 sul cemento nordamericano, quello di Cincinnati forse il più simile di tutti allo US Open anche dal punto di vista ambientale: stessa temperatura media giornaliera (24°), stessa % di umidità (60 con punte di 80 alla sera) quasi identica quantità di pioggia media (90mm contro 60mm). Ecco che allora diventa fondamentale tappa di avvicinamento per giocatori e addetti ai lavori in previsione dell’ultimo Slam dell’anno.
Il torneo di Cincinnati, nato nel 1899, è il più vecchio torneo degli USA che si gioca nella stessa città originale anche se in impianti diversi e su superfici diverse visto che fino al 1979 si è giocato prevalentemente su terra battuta. Un record quindi per la città dell’Ohio che si appresta a far iniziare l’edizione numero 116 in campo maschile e 89 in quella femminile. Da segnalare inoltre come il torneo non si sia interrotto durante la seconda guerra mondiale ma soltanto in 3 circostanze: 1918 e 1921 in occasione del primo conflitto e nel 1935 a causa della grande depressione che per molti mesi paralizzò gran parte degli Stati Uniti. Grande tradizione e grande prestigio quindi per questo avvenimento che si disputa sui 16 campi del Lindner Family Tennis Center, un impianto maestoso che possiede un ulteriore primato; infatti oltre ai tornei dello Slam è l’unico impianto al mondo che vanta oltre 2 stadi permanenti, addirittura 4 per un totale di quasi 25000 posti a sedere.
Torneo quindi estremamente prestigioso come evidenziato anche dalla champion’s list; per citare alcuni illustri vincitori menzioniamo Bill Tilden campione nel 1926, Pancho Segura impostosi nel 1942 e 44, Ken Rosewall nel ’70, Stan Smith nel ’71, Jimbo Connors nel ’72, John McEnroe nel 1981 l’anno prima della vittoria di Ivan Lendl. Mats Wilander ha trionfato addirittura in 4 edizioni (’83, ’84, ’86, ’88)mentre Sampras e Agassi si sono fermati soltanto a 3 titoli ciascuno. Non vanno poi dimenticati i due successi di Chang e di Roddick oltre alle singole affermazioni di vincitori Slam come Kuerten e Rafter. Ovviamente, come in quasi tutti i torni più prestigiosi (eccezion fatta per quelli su terra), negli anni 2000 il dominatore è stato Roger Federer che ha alzato la coppa al cielo per ben 7 volte su 7 finali disputate a partire dal 2005. Percorso opposto per Novak Djokovic; l’ex numero 1 al mondo infatti si è presentato in finale per ben 5 volte senza mai uscirne vincitore. Campione in carica il croato Marin Cilic fresco finalista di Wimbledon che siè ritirato dal torneo per i problemi fisici riscontrati proprio nel torneo londinese. Oltre a Roger quindi, tra i protagonisti di questa edizione, solo Nadal ha avuto il piacere di vincere già questo torneo (2013) mentre solo Ferrer e Isner hanno raggiunto almeno la finale.
Entrando nello specifico dell’edizione attuale, purtroppo sono numerose le rinunce eccellenti che impoveriscono il tabellone in modo sensibile così come era avvenuto in Canada. Assenti sicuri saranno ancora Djokovic, Murray, Wawrinka, Cilic e Pouille mentre altri top player come Kyrgios, Raonic (acciaccati in Canada) e Berdych (ritiratosi a Montreal) sono in forte dubbio. Altro assente certo sarà l’enfant prodige Denis Shapovalov che risulta iscritto al Challenger di Vancouver rendendo impossibile il suo inserimento a Cincinnati anche come SE. Peccato non poter verificare i progressi e ammirare le gesta di questo giovane atleta sulla strada dell’eccellenza mondiale. Per il canadese sicuramente una disdetta non potersi confrontare di nuovo con i grandi campioni, ma a sua discolpa possiamo evidenziare come alla data della presentazione dell’entry list (24/07) la sua classifica ATP diceva 130, ottima per entrare nel main draw a Vancouver (Ch 100000 $) ma di oltre 20 posti fuori dal tabellone di qualificazione di Cincinnati (il cut off quali era 85 adesso arrivato a 21...). Discorso a parte per moltissimi altri tennisti tra cui anche qualche nostro portacolori. La programmazione annuale è un argomento molto complesso che meriterebbe un approfondimento a parte con competenze che vanno oltre alla mera lettura dei calendari e delle classifiche. Alcune piccole indicazioni a proposito di questo torneo però ci sentiamo di doverle sottoporle al pubblico.
Alcuni tennisti tra cui Groth, Rubin e Napolitano risultavano iscritti sia alle quali del Master 1000 dell’Ohio che al challenger di Vancouver entrambi giocato su cemento (non ci permettiamo di contestare chi ha scelto di giocare ad esempio su terra rossa, avrà fatto le proprie valutazioni di comodo in base alla superficie sulla quale si sente di potersi esprimere meglio). Tutti e tre questi atleti che viaggiano attorno alla posizione 180 ATP alla fine hanno optato per partecipare a Vancouver e non alle quali di Cincinnati alle quali erano ampiamente dentro dopo l’ecatombe di ritiri (ben 25 solo dal tabellone di qualificazione). In entrambe le situazioni risultavano tra i giocatori con classifica più bassa con soltanto 6 o 7 avversari inferiori a loro e quindi in nessuno dei due casi avevano maggiori possibilità di vincere più partite rispetto all’altro torneo. Quindi perché Vancouver con un clima completamente diverso da New York al quale parteciperanno tra venti giorni nelle qualificazioni? Perché non provare ad entrare in tabellone di un Master 1000 che ha sicuramente un prestigio imparagonabile? Soprattutto in un’edizione “zoppa” a causa dei molti ritiri. Tra quanto tempo il numero 180 ATP avrà di nuovo la possibilità di partecipare alle quali di un Master 1000? Inoltre per nostra grande sorpresa il motivo non è nemmeno economico in quanto perdere al primo turno di qualificazione a Cincinnati equivale d intascare 2.000$, il doppio dell’assegno intascato in caso di sconfitta al primo turno nel challenger ( ed abbiamo detto che i due tabelloni possono essere paragonabili). Riuscire a qualificarsi inoltre (basta vincere 2 partite…) permetterebbe, oltre al prestigio di giocare in un tabellone principale, anche di intascare la bella cifretta di 17.700$. Vincere il torneo in Canada (5 partite sulla carte tutte da sfavorito) porterebbe nelle casse 14.000$, 3.700$ in meno! Quindi perché? Nemmeno i punti in palio ci hanno chiarito le idee. Ogni partita vinta mette in palio a Cincinnati esattamente il doppio dei punti di Vancouver. Vincere un turno di quali vale 16 punti contro 8, giocare il primo turno nel M.D (vincere in totale 2 partite) equivale a 35 punti. Le stesse due vittorie in Canada valgono 17 punti. Quindi: perché?
Dopo la parentesi programmazione che ci sembrava doveroso sottolineare guardiamo dall’alto in basso il tabellone principale di questo Master 1000. Nadal testa di serie 1 è reduce dalla brutta sconfitta (per sua stessa ammissione) contro Shapovalov nella quale ha evidenziato limiti di tenuta fisica e mentale. Anche in questo torneo il tabellone non è semplice con Gasquet al secondo turno e Mueller al terzo. Tutti ricorderanno la recente sfida tra i due con vittoria lussemburghese a Wimbledon che bene non deve aver fatto al morale e all’autostima del maiorchino. Se come crediamo Nadal abbia optato per una preparazione più a medio termine con obiettivo Flushing Meadows in questo torneo potrebbe essere più preparato superando questi seppur temibili ostacoli. Lo spot successivo è il più divertente, equilibrato e indecifrabile; vi leggiamo i nomi: Goffin, Kyrgios, Anderson, Karlovic, Vesely e Tsonga! Chi la spunterà potrà ritenersi già soddisfatto del proprio torneo e il nostro uomo è Anderson che ripresosi dagli infortuni sta mettendo in mostra un buonissimo tennis soprattutto su una superficie rapida come quella nordamericana. Leggermente sotto ecco lo spicchio di Fognini che non avrà vita facile con il russo Medvedev al primo turno. Al secondo poi ci sarebbe Thiem che sembra un po’ in crisi di risultati. Presenti anche Mannarino e Haase, due delle eccellenti sorprese di Montreal che sfortunatamente si sfideranno al primo turno, e Querrey che invece in terra canadese ha un po’ deluso. Ultimo spot della parte alta presidiato da kei Nishikori autore fino al momento di un 2017 nettamente al di sotto delle aspettative. A fargli compagnia anche il nostro Paolo Lorenzi chiuso nel pronostico da Carreno e il duo spagnolo Ferrer-Verdasco . Nella parte bassa di tabellone, testa di serie numero 6 è Milos Raonic che come detto rimane in forte dubbio e comunque in condizioni non ottimali. Potrebbe approfittarne il regolare Bautista Agut o l’imprevedibile Monfils due tra i più diversi giocatori del circuito. Alexander Zverev sta invece inanellando molti successi e ci chiediamo se dopo la vittoria a Washington e la semifinale (al momento della stesura del pezzo) di Montreal non sia il caso di prendere un po’ di fiato in vista degli US Open. In caso contrario nel suo spot un manipolo di americani capitanati da John Isner tenterà il colpaccio nella terra natia; Paul, Tiafoe e Young non sembrano però ancora del livello del loro “capitano”. DelPotro conferma la non grande fortuna all’urna dei tabelloni. Dopo Isner al primo turno canadese gli è toccato in sorte Berdych (se sarà presente). Chi dovesse uscire vincitore avrà i favori del pronostico sia con Chung che con Dimitrov sempre alla ricerca più dello spettacolo che della sostanza. Chiudiamo inevitabilmente con King Roger. Lo svizzero, brillando il giusto (non troppo) non ha avuto problemi ad arrivare in fondo a Montreal e crediamo che a Cincinnati potrebbe essere ancora più pronto e difficilmente si lascerà scappare la possibilità di superare Rosewall come più anziano vincitore del tabellone americano (35 anni e 8 mesi il primo, 36 da poco compiti il secondo).
Possibili quarti:
Nadal – Anderson; Querrey – Nishikori; Monfils-Zverev; DelPotro- Federer