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Conclusa la prima settimana di Championship, ricca nel menù quanto avara di clamorose sorprese ed eclatanti colpi di scena, soprattutto rispetto alle più recenti edizioni, è tempo di bilanci.
Ci proponiamo di sfruttare questa domenica, salvo eccezioni, giorno storicamente di riposo in quel di Wimbledon, per dare un’occhiata a quelli che sono stati i principali risultati dei primi tre turni, nonché di presentare i match di maggior rilievo che, a partire dalla giornata di domani, caratterizzeranno gli ottavi di finale.


Partiamo dalle signore, sulle quali vige molta incertezza nell’ottica di un pronostico, non solo per la vittoria finale, ma anche all’interno delle singole partite.
Del resto non sono molte le giocatrici in gonnellina che possono dirsi delle vere esperte del lawn tennis; unica tennista in gara a vantare un trofeo su questi campi è infatti Venus Williams, capace di trarre vantaggio dalla superficie per mezzo della sua grande potenza, in particolar modo col servizio.
Con la sorella lontana dai campi in dolce attesa, è compito suo quello di tenere alto il leggendario nome della famiglia, ed in questi primi turni la bella Venere ci è riuscita discretamente bene, sconfiggendo dapprima la belga Mertens all’esordio, poi la giocatrice del Sol Levante Osaka in quel del terzo turno. Maggiori difficoltà invece l’americana le ha avute nella seconda partita giocata contro la cinese Wang, dotata di un baricentro basso che l’ha messa in una naturale posizione di vantaggio rispetto ai caratteristici rimbalzi bassi “erbivori”.
Sfruttando la linearità dei colpi della Williams la cinese è riuscita spesso a far ripartire lo scambio nel corso del primo set, costringendo la 5 volte campionessa a spostamenti e lunghi scambi poco graditi, che le sono costati lo svantaggio.
Decisamente più concreta Venus nel secondo e terzo parziale, nei quali riesce a ritrovare il servizio e a travolgere l’avversaria a suon di “uno-due”.
Williams che sarà chiamata ora a fronteggiare una delle soprese del torneo, qual è la croata Konjuh, giocatrice molto centrata, precisa, capace di sfruttare variazioni così come tutte le parti di campo, nonché rea dell’eliminazione della testa di serie numero 8 Dominika Cibulkova. Parte comunque favorita l’americana che ricordiamo aver già giocato una finale Slam in questo 2017; questa volta però non ci sarà Serena a fermarla.

Altre giocatrici in gara capaci in passato di coronare il proprio lavoro con il raggiungimento della finale, sebbene mai vincitrici, sono Garbine Muguruza, la polacca Radwanska e la numero uno del mondo Angelique Kerber, tutte meritevoli dell’accesso agli ottavi di finale.
Tutto liscio per la spagnola, che ha scansato ciascuna avversaria perdendo appena 16 games in 3 partite; meno agevole il cammino invece delle due colleghe: Aga impegnata sino al terzo set sia nel secondo che nel terzo turno, rispettivamente portati a casa ai danni dell’americana McHale e della testa di serie numero 19 Timea Bacsinszky. Kerber protagonista in quel del terzo round di una vera e propria battaglia disputata contro la statunitense Rogers, in cui la tedesca è riuscita ad avere la meglio 6/4 al terzo.
Molto interessanti saranno i prossimi turni per tutte e tre le tenniste: la polacca dovrà infatti vedersela con la testa di serie numero 7 Kuznetsova, in una partita che si prospetta molto combattuta tra due giocatrici molto solide. Piccolo vantaggio forse per la russa, se non altro alla luce del più agevole percorso fatto sin qui, che potrebbe garantirle una maggior freschezza psico-fisica.
Kerber e Muguruza si troveranno invece l’una contro l’altra in un match che sulla carta si prospetta essere il più avvincente degli ottavi di finale femminili (e forse non solo). Da un lato vedremo la grande solidità, la concretezza e la completezza della numero uno del mondo, sicuramente avvantaggiata dal punto di vista atletico ed antropometrico rispetto all’avversaria, nei confronti della superficie; dall’altro sarà da valutare lo stato psicologico dell’ex campionessa Roland Garros, che se concentrata potrebbe persino pensare, con la sua muscolarità, di abbattere il muro tedesco.

Molto bene anche la tennista di casa Johanna Konta, che da testa di serie numero 6 potrà giocarsi le sue carte negli ottavi contro la francese Garcia; così come ottime sono sino ad ora le prestazioni della numero 2 del mondo Simona Halep, la quale dopo un inizio disastroso di stagione, complice anche qualche guaio fisico che forse ne ha compromesso la preparazione, ha ritrovato nell’Europa la propria dimensione.
Molto peggio invece ha fatto la numero 3 del mondo Karolina Pliskova, probabilmente la più altisonante sorpresa del torneo, estromessa dalle competizioni nella partita d’esordio per mano della decisamente meno quotata Evgeniya Rodina.

Con piacere accogliamo il rientro sui campi, dopo la maternità, della ex numero 1 del mondo Vika Azarenka, che malgrado il lungo periodo di inattività è tornata ad imporre il proprio gioco, sconfiggendo avversarie di tutto rispetto quali la russa Vesnina e la beniamina di casa Heather Watson. Prossima concorrente della bielorussa sarà proprio Simona Halep; difficile fare un pronostico, anche se probabilmente uno stato di forma che chiaramente non può essere al 100% potrebbe rivelarsi per Azarenka uno svantaggio difficile da mascherare al cospetto di una campionessa come la romena.

Come accaduto al Roland Garros, infine, non figura tra i partecipanti il nome di Maria Sharapova, la quale, nonostante la squalifica, continua a scontare la sua pena, punita secondo principio etico dall’organizzazione dei tornei. Ci si domanda a questo punto se la 5 volte vincitrice Slam si deciderà a riscostruire la propria classifica accettando di partire dal basso, così come sfruttando delle partecipazioni a tornei minori che, differentemente per quanto può accadere in grandi manifestazioni come possono essere i Majors, possono mostrarsi più sensibili ai movimenti di danaro ed alla visibilità che un personaggio sportivo e mediatico come la russa può garantire; oppure se alla fine questo “caso doping” risulterà essere la sentenza definitiva sulla carriera della bella Maria.

 

Passiamo ora al tabellone maschile, nel quale la situazione sembra essere maggiormente delineata, salvo ovviamente clamorose sorprese.
Partiamo dal campione in carica, Andy Murray, chiamato sull’erba di casa sua a riscattare una stagione che, fino ad ora, non ha giustificato quella posizione al numero uno del mondo, faticosamente meritata durante l’anno passato.
Murray che non ha propriamente un gioco da verde, ma che nonostante ciò è capace di muoversi su questa superficie con una fluidità purtroppo a molti sconosciuta. Nessun problema nel corso del primi due turni per lo scozzese, che con estrema semplicità fa un boccone di Bublik e Dustin Brown; più complicato il terzo turno, disputatosi contro il nostro Fabio Fognini, il quale, non abbiamo paura di dirlo, si è rivelato una vera e propria bestia nera per il britannico nel corso delle loro sfide.
Primo set abbastanza agevole per il numero uno al mondo, che riesce a comandare soprattutto grazie all’incisivo servizio; 6/2 il punteggio.
Non si abbatte l’azzurro che nel secondo parziale riesce a trovare maggior confidenza rispetto ad una situazione ambientale avversa e, resettato il cervello, si rende protagonista di giocate tanto spettacolari quanto efficaci; giocando un tennis a tutto campo, sfruttando variazioni di ritmo e rotazioni, così come progressioni verso la rete, centra l’obiettivo di destabilizzare lo scozzese, mai propositivo se non nella battuta, ciò che vale per il ligure la parità.
Una partita tutto sommato piacevole sebbene con molti ribaltamenti di fronte, come dimostra la terza partita in cui Murray sfrutta un evidente passaggio a vuoto di Fabio, ipotecando il set per 6 giochi ad 1.
Tutto da rifare ed a rifare tutto Fognini ci stava pure riuscendo, avanti 5/2 nel quarto; tuttavia, forse sottoposto ad un eccessivo stress, lo scozzese spinto dal pubblico del centrale riesce ad rendersi protagonista di una clamorosa rimonta. Con un ace mette il punto esclamativo sull’incontro, chiudendolo per 6/2 4/6 6/1 7/5.
Murray che al prossimo turno incontrerà il francese Benoit Paire, giocatore dal tocco delicato-, un avversario sicuramente da non sottovalutare, ma che a nostro avviso non dovrebbe godere dei favori del pronostico contro il campione in carica.

Altro giocatore chiamato a rimediare ad un 2017 sottotono è senza dubbio Novak Djokovic, da poco sotto l’ala di una leggenda del tennis americano, quale Andre Agassi.
Non c’è molto più interessante del suo nome nel percorso del serbo in quel dei primi turni; avversari, con tutto il rispetto, modesti relazionati alla dimensione dell’ex numero uno del mondo. Primo turno praticamente non giocato contro Klizan, il quale, dopo aver perso il primo set per 6 giochi a 3 e sotto di 2 nel secondo, si è visto costretto al ritiro; così come poco più che un allenamento è stato il secondo turno disputato contro il ceco Pavlasek.
Di maggior rilievo quel Gulbis incontrato nel corso del terzo round; tuttavia il lettone non ha mai spiaccato in carriera per intelligenza (tennistica, ovviamente), al contrario del serbo che invece si presenta in campo sempre con un piano strategico-tattico ben focalizzato.
Unica vibrazione la si ha nel terzo set, in cui Gulbis riesce a costringere il Djoker fino al tie-break, perdendolo.
Agli ottavi Nole dovrà vedersela con il francese Mannarino, autore di una prestazione sublime contro il funambolico connazionale Gael Monfils; non pensiamo sinceramente che il 3 volte campione possa avere problemi sino ai quarti di finale.
Quarti di finale in cui l’avversario del serbo sarà il vincitore dell’imperdibile match che vedrà contrapposti Dominic Thiem e Thomas Berdych. Sulla carta sembra godere di maggior completezza l’austrico, più abile, nonostante la minor esperienza, anche nella gestione dei vari momenti della gara, ma attenzione al ceco, il cui gioco può risultare sull’erba molto tagliente; del resto una finale a Wimbledon non si raggiunge mica per caso

Percorso analogo anche per Rafael Nadal, assoluto protagonista della corrente stagione, che dopo aver conquistato “la decìma” in quel di Parigi (primo giocatore della storia a vincere per 10 volte il titolo di uno Slam), riesce a mettere in fila una successione di convincenti vittorie anche sui campi londinesi, sbarazzandosi di Millman, Young e Khachanov, con il ventunenne russo unico a riuscire ad impensierire Rafa nel terzo set, sebbene senza ottenere alcun risultato.
Scansato dunque il pericolo primi turni, storicamente sofferti dal toro di Majorca, soprattutto nel corso delle ultime edizioni, che spesso hanno visto la sua prematura eliminazione.
La velocità dei campi dei primi giorni, poi soggetti a naturale usura, del resto poco si sposa con l’interpretazione del gioco che offre lo spagnolo; tuttavia “l’erba battuta” che sta caratterizzando questa edizione potrebbe essere un vantaggio per lui, tanto da candidarlo tra i papabili per la vittoria finale. Non è un caso che Nadal sia uno dei pochi ad essersi espresso favorevolmente sui campi di quest’anno, quasi completamente rovinati già in quel dei secondi turni, laddove in molti hanno lamentato un’eccessiva e poco usuale imprevedibilità e lentezza della superficie.
Prossimo avversario del campione spagnolo sarà Gilles Muller, mentre in caso di vittoria dovrà vedersela con il vincente del match tra Cilic e Bautista-Agut; un tabellone che quindi sorride a Nadal, che potrebbe trovare solo in semifinale in Murray il primo vero ostacolo; un motivo in più per credere nelle possibilità di Rafa di mettere le mani sul quel trofeo che manca da ormai 7 anni.

Si registrano inoltre gli accessi agli ottavi di finale di Cilic e Raonic, mentre cadono rovinosamente le teste di serie 5 e 9 Stan Wawrinka e Kei Nishikori, eliminati rispettivamente nel primo e nel terzo turno da Medvedev, ventunenne russo, e Bautista-Agut. Abbastanza singolare come un tennista prettamente terraiolo come lo spagnolo possa aver avuto la meglio sul nipponico, le cui caratteristiche si sposano piuttosto bene con l’erba.

Dopo il forfait al Roland Garros, ed in generale a tutta la stagione sul rosso, il Re torna nel proprio giardino, determinato nel proseguire un 2017 che, prima dello stop, ha visto in lui l’incontrastato dominatore.
Draft non particolarmente felice per Federer che ha dovuto fronteggiare nel primo turno l’imprevedibilità di Dolgopolov; fortunato tuttavia nella sfortuna lo svizzero, che, dopo essersi imposto per 6 giochi a 3 nel primo parziale, ha assistito al ritiro dell’avversario. Ciò che gli ha concesso di affrontare il secondo match contro il serbo Lajovic, con maggior freschezza; 7/6 6/3 6/2 il punteggio.
Se i primi due turni sono risultati abbastanza agevoli per l’elvetico, una nota in più invece merita il terzo incontro, disputato contro il tedesco Mischa Zverev.
Testa di serie numero 27, il maggiore dei fratelli Zverev è forse uno dei migliori interpreti del gioco su erba di tutta la competizione; un serve&volley molto pericoloso che lo svizzero ha annullato optando prevalentemente per traiettorie al corpo. Dopo un primo set lottato e protrattosi sino al tiebreak il 18 volte campione Slam è riuscito a mettere in cassa la partita a seguito di un doppio 6/4 nel secondo e nel terzo.
Federer che ora dovrà vedersela con Grigor Dimitrov, in una partita che si preannuncia molto spettacolare ed affatto scontata; il bulgaro ha infatti ottenuto su questi campi il miglior risultato della carriera, e dopo alcune stagioni di buio sembra quest’anno essere tornato su buoni livelli. Non è un caso che tra i tanti partecipanti, in questa prima settimana di Championship, Dimitrov abbia spiccato per capacità di movimento su questa superficie così particolare.
Eventuali avversari in caso di vittoria per lo svizzero saranno uno tra Alexander Zverev e Milos Raonic, il secondo molto pericoloso sull’erba, il primo che ha già dimostrato di saper battere l’ex numero uno del mondo su questa superficie; fino ad arrivare all’ipotetica semifinale contro Novak Djokovic.
Percorso pertanto assolutamente tortuoso per Re Roger, ma attenzione perché, malgrado l’età, lo svizzero ha già dimostrato quest’anno di avere ancora nelle gambe e nel cuore la forza di conseguire uno storico successo.

Per quanto concerne i giovani risalta, appunto, il nome di Zverev, approdato agli ottavi senza perdere nemmeno un set.
Bene i giovanissimi Rublev e Tiafoe all’esordio, salvo poi arrendersi in quel dei secondi turni; meno bene il talento stelle e strisce Taylor Fritz, eliminato alla prima dal connazionale Isner; mentre molto male Tomic e Coric, sempre più lontani dal mantenere le promesse a cui si pensava potessero essere destinati.
Per le donne invece non possiamo non citare la ventenne Jelena Ostapenko, la quale dopo il clamoroso successo al Roland Garros, è riuscita a strappare un biglietto per la seconda settimana anche qui ai Championship; seconda settimana in cui dovrà vedersela con la testa di serie numero 4 Elina Svitolina.

 

Concludiamo la nostra trattazione con un piccolo excursus sul torneo degli italiani.
Sebbene Fognini, di cui abbiamo già parlato, sia stato l’unico capace di raggiungere il terzo turno tra gli azzurri, tutto sommato non possiamo che giudicare positiva la spedizione londinese per quanto concerne i nostri atleti. Molto bene sia Lorenzi che Seppi, il quale ama particolarmente la superficie, entrambi vittoriosi all’esordio nei confronti rispettivamente di Zeballos e dello slovacco Gombos, salvo poi arrendersi entrambi al secondo turno.
Buona la prima anche per Simone Bolelli, estromesso poi dal francese Jo-Wilfred Tsonga.
Tra le donne spicca il nome di Camila Giorgi, la quale sul verde riesce sempre a dire la sua; l’italo-argentina si è infatti resa protagonista di ottimi risultati contro atlete di grande caratura, quali la francese Cornet e la testa di serie numero 17 Madison Keys. Grande equilibrio anche nella partita di terzo turno contro la Ostapenko, la quale però è riuscita a trarre vantaggio dalla maggior solidità, chiudendo con un doppio 7/5.
Molto bene anche l’intramontabile Francesca Schiavone, vittoriosa in quel del primo turno contro la trentunenne lussemburghese Mandy Minella, sconfitta poi dalla Svitolina; peggio hanno fatto invece Sara Errani e Roberta Vinci, estromesse dalla competizione al primo incontro.
Se per Sara il risultato non sorprende, del resto lei stessa non ha mai nascosto la sua avversità alla superficie, lo stesso non si può dire della pugliese che su questi campi ha sempre saputo trarre beneficio attraverso il suo gioco; risultati piuttosto deludenti per la Vinci, che dalla finale US Open made in Ita di due anni or sono, non è più riuscita ad ottenere con continuità risultati e prestazioni convincenti.

Non bene nemmeno i nostri più giovani Fabbiano, Travaglia e Cecchinato. Qualche capro espiatorio in più per il palermitano: prima volta a Wimbledon, prima volta sull’erba, impegnato all’Harbour Club nel Challenger milanese sino a pochi giorni prima dell’esordio ed un sorteggio decisamente poco fortunato che lo hanno visto contrapposto ad un top ten come Nishikori, sono gli ingredienti di una ricetta evidentemente fallimentare, che si traduce in termini di punteggio in 6/2 6/2 6/0.
Peccato invece per il venticinquenne Stefano Travaglia, che ha visto sfumare le proprie chance solo nel quinto set, contro il russo Rublev.

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