E’ nella splendida cornice del Foro Italico, in Roma, che la passata settimana si sono svolti gli Internazionali d’Italia, terzo Master 1000 sul rosso della stagione, preludio del Roland Garros.
Andiamo con il presente articolo a rivivere quelle che sono state le grandi emozioni di questa straordinaria 74a edizione, riservando particolare attenzione ai risultati delle principali teste di serie.
Torneo che si apre subito con la grande impresa di Fabio Fognini, il quale, dopo aver sconfitto agevolmente la wild card Matteo Berrettini, si è reso protagonista di una performance impressionante ai danni del numero uno del mondo Andy Murray.
E’ impressionante come il ligure sia riuscito ad annullare lo scozzese praticamente in ogni punto; aggressivo in risposta ed impeccabile al servizio si porta avanti sin dalle prime battute il nostro connazionale, sia nel primo che nel secondo parziale, per 4 giochi a zero.
Il match è una danza in cui Fabio “porta” il proprio avversario a proprio piacimento, alternando soluzioni vincenti da fondocampo a pregevoli progressioni verso la rete, nonché a raffinatissime palle corte che sempre hanno fruttato punti all’azzurro.
Piccola incertezza solo al momento di chiudere il match che vale il recupero di uno dei due break per Murray, ma trattasi di un semplice fuoco di paglia; Fabio chiude infatti con un agevole 6/2 6/4 che fa nuovamente impazzire il centrale del Foro esattamente 10 anni dopo l’impresa di Filippo Volandri ai danni di Roger Federer.
Fognini che non riuscirà poi a ripetere la prestazione nel turno successivo in cui perderà contro Sascha Zverev, mostrandosi nervoso e falloso; nervosismo probabilmente dovuto a ciò che sarebbe capitato da lì a poche ore con la nascita del primogenito Federico; una settimana che senza dubbio Fabio non dimenticherà.
Meno bene invece hanno fatto gli altri azzurri; registriamo infatti le sconfitte di Andreas Seppi, Roberta Vinci e Sara Errani, estromessi all’esordio rispettivamente da Nicolas Almagro, Ekaterina Makarova ed Alizé Cornet. Nessun successo nemmeno per le nostre wild card.
Primi turni che non riservano particolari sorprese per quanto concerne il tabellone maschile, contrariamente a quello delle signore, per le quali cade la numero uno del mondo Angelique Kerber, sconfitta per 6/4 6/0 dalla qualificata Anett Kontaveit, ma non solo; male anche la testa di serie numero 10 Madison Keys arresasi al terzo set a favore della Gavrilova, mentre continua il calvario di Maria Sharapova la quale, dopo aver battuto agevolmente la statunitense Christina McHale, è stata costretta al ritiro nel match che l’ha vista impegnata contro la testa di serie numero 16 Lucic-Baroni.
Maria Sharapova che, è notizia della settimana, non prenderà parte nemmeno allo Slam Parigino, per decisa presa di posizione da parte dell’organizzazione francese, alla luce dei fatti che hanno coinvolto nel recente passato la campionessa russa.
Competizione che prosegue con quella che probabilmente è da considerarsi la partita più coinvolgente e spettacolare della settimana, al pari del match di Fognini contro Murray; ci riferiamo ovviamente all’incontro che ha visto contrapposti per il terzo torneo consecutivo Dominic Thiem ed il re del rosso Rafael Nadal.
Sebbene nelle due precedenti occasioni si era trattato di finali, ciò che probabilmente influisce sullo stato psicologico di chiunque si ritrovi in tale situazione contro quello che da molti viene considerato il più grande giocatore su terra battuta di tutti i tempi, nulla si può togliere alla prestazione impetuosa fornita dall’austriaco.
Del resto dei miglioramenti si erano già notati a Madrid rispetto alla finale di Barcellona di contro completamente controllata dallo spagnolo, ma questa volta il tennista classe 1993 si è superato, investendo l’avversario con un tennis di inaudita violenza, capace dell’impresa di lasciare interdetto lo spagnolo sulla superficie che più predilige.
Un Thiem il cui difetto se volgiamo è quello di trovarsi spesso in zone lontane dalla linea di base, ha invece approfittato in questa occasione della cortezza dei colpi dello spagnolo per portarsi con i piedi dentro il campo e comandare lo scambio salendo sopra la palla e liberando impressionanti accelerazioni.
Prova a mischiare le carte Rafa, attraverso tentativi di variazioni strategico-tattiche, ma l’austriaco si è dimostrato pressoché ingiocabile; in versione Federer, è sempre riuscito a togliere tempo e spazio all’avversario, ciò che gli ha permesso di accedere alle semifinali, estromettendo il grande favorito per la vittoria finale col punteggio di 6/4 6/3.
Dalle stelle alle stalle, come si suol dire in questi casi; già, perché emergono nel turno successivo tutti i limiti e l’immaturità competenziale dell’austriaco, che si fa sfuggire la terza finale consecutiva, sconfitto per mano di un impeccabile Novak Djokovic.
Prova Thiem a riproporre la medesima prestazione muscolare anche contro il serbo, tuttavia adottando questa strategia o lo si lascia fermo, come fece Wawrinka in quel del Roland Garros un paio di edizioni addietro, oppure il rischio è quello di passare una brutta serata.
Quello del Djoker infatti è un gioco che va a nozze contro i grandi tiratori, essendo lui abilissimo a coprire il campo senza perdere terreno, sfruttando la velocità della palla avversaria per trovare angoli molto marcati, dettare il ritmo dello scambio, prendendone così il controllo.
Individuata la trama, non c’è più molto da dire in merito a questa partita; l’imbarazzante punteggio di 6/1 6/0 in appena un’ora di gioco parla da sé. E’ Djokovic il primo finalista degli internazionali d’Italia; il sogno di una finale green tra i due talenti Thiem – Zverev è da rimandare al prossimo futuro.
Se nella parte bassa del tabellone vi è stata un minimo d’incertezza e di competizione, quella alta ha invece visto in Zverev l’unico e solo dominatore della gara.
Dopo aver eliminato il nostro Fabio Fognini, difatti il tedesco ha messo in successione una serie di pregevoli vittorie, che lo hanno visto raggiungere le semifinali senza perdere nemmeno un set.
Prime difficoltà che arrivano proprio nel corso delle semifinali in cui il tedesco ha dovuto affrontare il gigante John Isner, tennista dal gioco piuttosto limitato, ma proprio per tale ragione molto pericoloso.
Il match, come prevedibile, si è giocato prevalentemente nei rispettivi turni di servizio; un solo break ha caratterizzato i primi due set che ha valso a Zverev il primo vantaggio, poi ripreso dallo statunitense a seguito del tie-break della seconda partita.
Terzo set in cui il tedesco riesce a trovare la chiave per scardinare la battuta più temibile del circuito, chiudendo per 6 giochi ad uno, ottenendo così l’accesso alla sua prima finale 1000 stagionale.
Per le donne sono invece Simona Halep ed Elina Svitolina a conquistarsi l’opportunità di giocarsela per il torneo, a seguito delle vittorie ottenute in quel delle semifinali ai danni rispettivamente di Kiki Bertens e Garbine Muguruza.
Finale che vede passare in vantaggio la romena per 6 giochi a quattro, salvo poi farsi recuperare nel secondo, terminato 7/5 per la Svitolina.
Terzo set praticamente dominato dall’ucraina che nega il secondo titolo consecutivo alla numero 6 del mondo, laureandosi quindi campionessa degli Internazionali BNL d’Italia; 4/6 7/5 6/1 il punteggio.
Domenica, l’epilogo finale; grande favorito della vigilia senza dubbio era il serbo, che pareva aver ritrovato fiducia nel corso del torneo, reduce da una duplice vittoria che lo ha visto nella medesima giornata passeggiare sui fantocci inermi di Del Potro e Thiem.
Ma nel tennis non vi è mai nulla di scontato; riemergono i fantasmi che hanno caratterizzato sino a qui tutto il 2017 del serbo.
Irriconoscibile, mai capace di prendere un cospicuo vantaggio a danni dell’avversario, appare fiacco, spento, scarico nel fisico così come nella mente.
Partita cha ben poco di spettacolare, praticamente nulli i colpi memorabili così come modesta è l’intensità soprattutto a causa del serbo, incapace di scalare le marce e di approfittare di una posizione in campo molto arretrata da parte di Zverev, che da par suo maschera per mezzo del grande servizio.
Dopo aver fatto suo un primo set molto piatto, il tedesco s’impone sin dalle prime battuta anche nel secondo, portandosi avanti per 4 giochi a 2; arrivano le occasioni per un doppio break, la prima non raccolta dal tedesco, la seconda che potrebbe valere il torneo.
5 a 3 Zverev, servizio Djokovic, si va ai vantaggi; ultimo punto che è un po’ la fotografia di tutto l’incontro, Nole con un rovescio da centro in avanzamento, in uscita da servizio, non centra il campo e regala la vittoria al giovane tennista classe 1997.
E’ dunque Zverev il nuovo re di Roma, 6/4 6/3 il punteggio sull’ex numero uno del mondo, che molto sportivamente e col sorriso sulla faccia si complimenta con l’avversario al termine della partita; doppia soddisfazione per Zverev che oltre al primo titolo 1000, farà oggi ingresso tra i primi dieci del mondo, andando ad occupare la posizione numero 9.