La nona giornata del primo Master 1000 della stagione ad Indian Wells ha focalizzato la propria attenzione sulle semifinali maschili, i cui esiti hanno riproposto la riaffermazione perentoria dell’establishment autocratico come forma di governo della realtà tennistica. A figurare tra i quattro superstiti del torneo erano presenti due fuoriclasse dalla fama conclamata, quali Roger Federer e Stan Wawrinka, e due outsider al debutto assoluto in una semifinale 1000, ovvero Jack Sock e Pablo Carreno Busta.
La principale differenza desuntasi da entrambe le partite si è riscontrata nell’evidente deficit di esperienza tra i giocatori, elemento comunemente caratterizzante dei neofiti di tali livelli di gioco. I primi a scendere in campo sono stati Stan Wawrinka e Pablo Carreno Busta, rispettivamente numero 3 e 23 del ranking. I percorsi di entrambi hanno vissuto pericolose ondate di ribellione, tanto temibili da far vacillare la loro stessa permanenza in tabellone. Wawrinka proveniva da due match decisesi al tie break decisivo contro Nishioka negli ottavi (3-6 6-3 7-6) e contro Thiem nei quarti di finale (6-4 4-6 7-6), mentre l'iberico ha dovuto fronteggiare due match point contro l’uruguaiano Pablo Cuevas nel turno precedente, prima di riuscire a prevalere in un altrettanto complesso tie break al terzo set (6-1 3-6 7-6). Per l’elvetico questa ha rappresentato la sua terza semifinale stagionale, eccezion fatta per l’eliminazione al primo turno nel torneo di Dubai per mano di Damir Dzumhur, e la sua prima nella manifestazione californiana, così come la prima è stata anche per lo stesso spagnolo, che di semifinali quest’anno ne ha collezionate ben cinque, compresa la finale persa a Rio de Janeiro contro Thiem. I due precedenti andati in scena tra Wawrinka e Carreno Busta all’Estoril nel 2013 (6-3 3-6 6-1) e a Ginevra nel 2016 (6-3 6-1), hanno visto imporsi in entrambe le occasioni il nativo di Losanna. Nel set iniziale, la partita si è articolata seguendo il cadenzato ordine dei servizi, sino a quando, nell’ottavo gioco, l’equilibrio è stato leso dallo svizzero grazie alle due palle break concessegli dal suo avversario. Il game seguente si è rivelato un mero onere per Stan, nel quale non ha concesso neppure un quindici, aggiudicandosi il primo parziale per 6-3. Il secondo set ha vissuto il suo momento chiave nel terzo game, che ha acutizzato definitivamente il divario nel punteggio tra i due contendenti. Wawrinka si è imposto così per 6-3 6-2. La finale appena raggiunta da quest’ultimo si aggiunge alle tre precedenti centrate a livello 1000: Roma 2008 (persa contro Djokovic, 4-6 6-3 6-3); Madrid 2013 (persa contro Nadal, 6-2 6-4); e Montecarlo 2014 (vinta contro Federer 4-6 7-6 6-2).
In merito alla prestazione del suo connazionale, nella fattispecie Roger Federer, bisogna sottolineare la sua tendenza compulsiva di questi ultimi tempi nell’annichilire gli antagonisti disseminati sul suo cammino, con la sola anomalia pervenuta ad opera di Eugeny Donskoy in quel di Dubai. A farne le spese questa volta è stato Jack Sock, numero 18 al mondo, nonché l’unico statunitense rimasto in corsa per un posto in finale. Ambedue hanno conquistato almeno un titolo in questa prima parte di stagione: come già noto Federer ha ottenuto il suo 18esimo Slam a Melbourne Park contro Nadal (6-4 3-6 6-1 3-6 6-3), mentre Sock ha conseguito ben due allori ad Auckland contro Joao Sousa (6-3 5-7 6-3) e a Delray Beach senza la necessità di dover scendere in campo per via del ritiro anzitempo di Milos Raonic. I tragitti rispettivi dei due tennisti hanno sperimentato avvicendamenti diametralmente opposti, dal momento che le incombenze pronosticate a inizio torneo sembravano sfavorire maggiormente lo svizzero rispetto al suo rivale odierno. Paradossalmente Federer si è ritrovato in semifinale senza aver concesso nemmeno un set, considerato anche il ritiro di Nick Kyrgios nei quarti a causa di un’intossicazione alimentare, mentre Sock non ha avuto che lotte estenuanti al terzo set contro Henri Laaksonen, Grigor Dimitrov, Malek Jaziri e Kei Nishikori. La coppia si è scontrata due volte in precedenza: una proprio ad Indian Wells (6-3 6-2 in favore di Roger) e l’altra a Basilea (6-3 6-4 sempre in favore di Federer) nel 2015. Si è evinto immediatamente dai primi istanti dell’incontro che i numi avrebbero assistito la loro personificazione terrena, che sin da subito ha preso in mano le redini della partita con un break maturato nel corso del quarto gioco. Alla fine saranno due i break di vantaggio conquistati da Federer, validi per archiviare il parziale per 6-1. Nel secondo set ci si aspettava una reazione emotiva da parte di Sock, che è riuscito quantomeno a costringere il set al tie break. Di fatto anche l’esito del tie break avrà un solo padrone, cioè l’elvetico che si appresta in questo modo a militare nella sua settimana finale nel deserto nordamericano (2004, 2005, 2006, 2012, 2014, 2015). Dovesse riuscire ad imporsi per la quinta volta in questa competizione, Federer otterrebbe il suo 90esimo titolo Atp e il suo 25esimo trionfo nei Masters 1000.