Che cos'è l'anima? Chissà! Ma il tennis possiede un'anima? Non è dato a sapersi. Ciononostante, leggendo il testo "Oltre la rete" di Alessandro Marinaro, pubblicato da Aracne editrice, è possibile scoprire la voce e i colori dell'anima del gioco più bello del mondo.
Attraverso l'offerta dell'anteprima della prefazione del libro speriamo di far cosa gradita a tutti gli appassionati, rinnovando i nostri migliori auguri per un magnifico anno nuovo da vivere insieme fino all'ultimo quindici.
Prefazione di Luca Bottazzi
Amo il tennis. Ogni sua forma, a suo modo, mi appassiona. Da Wimbledon al torneo giovanile, dal campione al bambino principiante, dalla lettura che ne illustra l’arte, allo studio che ne spiega la scienza. Pratico e seguo il tennis da tempo, eppure non finisco mai di imparare e di stupirmi di questo sport, definito dagli esperti “il gioco della mente e del corpo”.
Personalmente ho avuto la fortuna di vivere un’avventura tennistica completa che mi ha portato a conoscere grandi maestri, dentro e fuori dal campo, e fenomenali campioni alcuni dei quali affrontati oltre la rete. Successive esperienze mi hanno condotto verso la ricerca e l’insegnamento, non ultima la divulgazione televisiva. Circostanze diverse che però abitano insieme nella stessa casa, per l’appunto quella del tennis.
Sotto questo tetto il filo conduttore che lega tutti gli elementi è la passione, autentico “Big Bang” dal quale prendono forma varie fenomenologie. La realizzazione e la qualità di quest’ultime dipende dalla predisposizione individuale. Malgrado ciò il processo rimane lungo e faticoso, il successo non è mai garantito, neanche ai predestinati. Tuttavia, laddove si combinano condizioni ambientali particolari, si assiste al miracolo della grande bellezza, quando cioè il talento va a compimento e ci sbalordisce.
Come l’intelligenza, il talento si manifesta in diverse forme e solo poche di queste, è noto, sono destinate all’eccellenza. Questo è il caso di Alessandro Marinaro, un giovane tennista tra poco maggiorenne, che ha nella penna ciò che il fuoriclasse ha nella racchetta. Intendiamoci, non si tratta di un campione della scrittura fatto e finito, ma le premesse e la dotazione di genio sono di livello elevato.
Alessandro Marinaro ha la straordinaria capacità di penetrare nel profondo, di entrare nell’anima del lettore, ma nel contempo, il suo garbo e la sua eleganza non lasciano mai pesi sul cuore. Chiunque, dallo sportivo al sedentario, dal letterato all’alfabetizzato, leggendo questo suo primo lavoro può trovarne facilmente riscontro.
In principio, l’autore descrive alcune partite e particolarità della disciplina, episodi nei quali i protagonisti principali sono il tennis e il giocatore, l’uomo con la racchetta in mano e le sue emozioni, i suoi pensieri. La parte centrale è invece dedicata alle leggende del nostro amato sport. Ritratti precisi e raffinati dove si avverte un’atmosfera quasi spirituale, all’interno della quale si intravedono incredibilmente sullo sfondo anche le gesta di tutti coloro i quali non sono invece direttamente rappresentati. Infine, chiude la pubblicazione la parte dedicata alla narrativa dove il tennis funge da scenografia, dove il lettore entra in punta di piedi nel teatro dei gesti bianchi.
La prima volta non si scorda mai, non solo per questioni amorose. Dunque, essere parte di questa “Prima” di Alessandro è per me un grande onore e contemporaneamente una grande responsabilità. Responsabilità che ho condiviso in parte con l’amico e maestro Gianni Clerici, per noi tutti “lo Scriba”.
Adesso, il mio più fervente desiderio è quello di mettere a disposizione degli appassionati la scoperta di Alessandro Marinaro, dono prezioso che non posso tenere solo per me e per gli amici di www.iltennis.com. Questo perché amo il tennis.