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Ci sono un serbo, uno spagnolo, un britannico ed un francese; sembra l’inizio di una delle più classiche barzellette ed invece queste sono le nazionalità dei quattro atleti meritevoli di aver raggiunto le semifinali in quel di Shangai, in occasione del penultimo Master 1000 della stagione.
Nel presente articolo ci presteremo a raccontarvi quanto accaduto nel decorso degli ottavi e dei quarti di finale, riservando particolare attenzione proprio al percorso del quatto migliori del torneo.
Sarà che l’assenza del grande Roger si fa sentire, sia per un Nadal ben lontano dalla miglior forma (ricordiamo peraltro che, dopo 13 anni, entrambi si ritrovano contemporaneamente fuori dai primi 5 del mondo), oppure per l’acido lattico che, a questo punto della stagione, comincia a farsi sentire nelle gambe degli atleti di punta, fatto sta che questo appuntamento cinese non ci ha risparmiato grandi emozioni e match dagli esiti e dallo sviluppo completamente inaspettati.


Come nel caso di Misa Zverev, fratello maggiore del più noto e quotato Alexander, vera e propria sorpresa del torneo, il quale centrando i quarti di finale ha eguagliato il suo miglior risultato, un traguardo già raggiunto agli Internazionali d’Italia nel 2009.
Dopo aver sorpassato l’ostacolo Kyrgios in una partita a dir poco imbarazzante; segnaliamo per dovere di cronaca che l’australiano è stato multato per comportamento antisportivo ed antiprofessionale, atteggiamenti che poco hanno a che fare con lo sport a qualsiasi livello e che non riteniamo meritevoli di ulteriori commenti o considerazione; il tedesco ha dovuto vedersela nel corso degli ottavi di finale con l’insidioso Granollers, fautore dell’eliminazione di Berdych nel turno precedente, in una partita molto equilibrata nel punteggio.
Non sono infatti bastati due set per decretare un vincitore, ma alla fine è il gioco fatto di variazioni e di progressioni a rete proposto dal 127 del mondo ad avere la meglio sul regolarismo dello spagnolo; 6/7 6/4 6/1 il punteggio.
Uno Zverev che non manca di confermare il suo momento di grazia anche nel corso dei quarti, durante i quali si è visto contrapposto niente meno che al numero uno del mondo Novak Djokovic.
Il Djoker, reduce non esattamente dalla propria migliore stagione, è da considerarsi con ogni probabilità il tennista più completo del circuito, sotto tutti i punti di vista, tuttavia anche le catene più robuste hanno il loro anello debole ed il tedesco è stato superlativo nell’individuarlo e ad elaborare il piano strategico tattico più adeguato, costringendo il numero uno del mondo a far ciò che meno ama.
Un continuo “lungo-corto”, adornato da back taglienti e discese a rete che hanno l’effetto di togliere tempo e riferimenti, imbambolano un inerme Djokovic, cui, fuori dalla sua comfort zone, si è visto incapace di trovare soluzioni efficaci, ciò che gli costa il primo parziale per 6 giochi a 3.
Secondo parziale, protrattosi sino al tiebreak, in cui vige l’equilibrio; ad un passo da un incredibile risultato, tuttavia, trema il braccio del tedesco che vede dunque sfumare la sua più grande possibilità, concedendo la parità all’avversario.
Il grande campione si riconosce soprattutto nelle difficoltà, e Nole, sebbene apparso molto sottotono, è risultato prezioso nell’attingere alle proprie risorse nella ricerca di una soluzione del problema; complice uno Zverev stremato, il numero del mondo riesce a far suo anche il terzo set, pur non agevolmente, conquistando così il primo posto tra i migliori 4 del torneo.
Punteggio finale: 3/6 7/6 6/3.

Altra grande rivelazione è senza alcun dubbio lo spagnolo Bautista-Agut, protagonista di quello che si può certamente considerare, per lui, il torneo dell’anno.
Ottima la vittoria negli ottavi ottenuta ai danni del serbo Troicki a seguito di un doppio 6/3, ma ancor più degna di nota è la prestazione offerta contro Jo-Wilfred Tsonga, nel corso del turno successivo.
Ad onor del vero, va detto che il francese, seppur con qualche sprazzo di luce, sono ormai almeno un paio di stagioni che brancola nel buio, ma questo nulla toglie alla performance dello spagnolo, solido come da tempo non lo si vedeva; percentuali al servizio tutte a favore di quest’ultimo, malgrado tale fondamentale sia uno dei punti di forza del francese, così come il dato dei punti vinti; questi sono gli impietosi numeri che ci raccontano di una partita agevolmente controllata da Bautista, il quale, con il punteggio di 6/3 6/4, si aggiudica il secondo posto disponibile alle semifinali.
Penultimo appuntamento del torneo nel quale lo spagnolo dovrà vedersela proprio con il numero uno del mondo Djokovic, ma attenzione che, per quanto il campo ci ha mostrato, l’esito potrebbe non essere così scontato.

Per un francese che esce eccone un altro che entra; approda in semifinale anche Gilles Simon, dando così continuità ad una stagione che, dall’inizio sino ad ora, ha avuto negli atleti d’oltre Alpi i principali protagonisti.
Un Simon che nel corso del torneo si è visto avere la meglio sul campione in carica US Open, estromettendolo in quel dei quarti di finale con il sorprendente punteggio di 6/3 6/4.
L’incostanza e la poca concentrazione, accompagnate da uno stato di forma non ottimale, a fronte della regolarità e della sagacia strategico-tattica del francese, sono costate care allo svizzero, che dopo Nadal e Berdych, aggiunge il suo nome alla lista nera dei flop della manifestazione.
Paradossalmente molto più complicato il match successivo per Simon, opposto all’americano Jack Sock.
Un Sock che ha messo in luce quel potenziale che, qualche anno fa, gli valse la nomina di promessa del tennis stelle e strisce, costringendo il francese agli straordinari, in un match decisamente equilibrato, allungatosi ben oltre le due ore di gioco.
Alla fine sono l’intelligenza, la freddezza e la costanza del francese a prevalere sul talento dell’avversario; 4/6 6/4 7/6 il punteggio.

Ultimo tennista ad aggiudicarsi le semifinali è il britannico Andy Murray, che va dunque a completare un quartetto tutto europeo, che apre all’interessante riflessione in merito a come il tennis del vecchio continente, sebbene passino gli anni, continui a mantenere un netto predominio sui movimenti americano ed australiano, da qualche stagione ormai attori non protagonisti.
Ottavi di finale in cui la testa di serie numero due si è vista contrapposta ad uno dei ragazzi più promettenti del panorama tennistico, qual è Lucas Pouille, in un incontro che sulla carta si preannunciava davvero spettacolare.
Sfortunatamente così non è stato; il francese, reo di una stagione che lo ha visto conquistare le luci della ribalta, è un giocatore molto valido sotto il profilo sia tecnico che atletico, da considerarsi uno dei migliori giocatori di volo, certamente il migliore tra i giovani, tuttavia appare alle volte piacersi un po’ troppo, preferendo la soluzione ad effetto a quella efficace.
Troppo acerbo per impensierire quello che è il giocatore più in forma del momento, il quale facilmente se ne sbarazza con il punteggio di 6/1 6/3.
Nessun problema per il numero due nemmeno ai quarti, in cui, altrettanto agevolmente, sbriga la pratica Goffin con un duplice 6/2.
Un Murray che, alla luce di quanto visto nel corso di tutta la competizione e di tutta l’ottima stagione disputata, non può che essere da considerarsi il grande favorito per la vittoria finale.

 

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