A 12 mesi di distanza da uno dei momenti sportivi più lucenti nella storia dello Sport italiano, New York torna il centro del mondo tennistico. Sui campi di Flushing Meadows si disputa infatti la finale femminile degli US Open, ultimo Slam dell’anno. Ad affrontarsi Angelique Kerber e Karolina Pliskova, rispettivamente testa di serie numero 2 e numero 10 del tabellone.
La tedesca Kerber, di origine e residenza polacca, è alla sua terza finale Slam dell’anno (oltre a quella olimpica), e per la prima volta non si trova oltre il net Serena Williams con la quale ha vinto in Australia e perso a Wimbledon. Meritatamente sarà lei, da lunedì, la nuova numero 1 WTA scavalcando dopo 186 settimane di dominio ininterrotto proprio Serena Williams. Sarà inoltre, all’età di 28 anni e 7 mesi, la più anziana tennista a raggiungere il numero 1 della classifica per la prima volta, il giusto coronamento di una stagione incredibile e di una carriera iniziata “lenta” (10 eliminazioni al primo turno Slam nelle primi 15 apparizioni) ma poi migliorata costantemente con lavoro e determinazione.
La ceca Pliskova, di 4 anni più giovane, è invece alla sua prima finale Slam in carriera se escludiamo la vittoria all’Australian Open Junior 2010. Un risultato parzialmente sorprendente: clamoroso se guardiamo i suoi trascorsi negli Slam, mai oltre il terzo turno e addirittura 7 volte su 16 sconfitta al primo turno; prevedibile guardando gli ultimi risultati sul cemento americano con la vittoria nel torneo di Cincinnati solo un mese fa. Finale vinta proprio contro l’avversaria odierna Kerber con un perentorio 63 61 che aveva impedito alla tedesca di raggiungere con qualche settimana d’anticipo la vetta della classifica WTA.
In totale sono 7 i precedenti tra le due con 4 vittorie tedesche e 3 ceche. Sostanzialmente equilibrati gli scontri tra due delle poche tenniste a vantare un titolo WTA su tutte le superfici. Nei precedenti incontri, 2 volte si è andati al terzo set ed entrambe le volte a spuntarla è stata la Kerber. Importante sarebbe per Pliskova evitare un match lungo, dove la componente fisico-atletica potrebbe diventare determinante, cercando di velocizzare il più possibile scambi e match ottenendo il più possibile direttamente dal servizio. Il colpo d’apertura di Karolina è uno dei migliori del circuito (anche grazie al suo metro e 88 cm) come testimoniano i quasi 10 Aces a match agli attuali US Open e la vetta della classifica degli Aces totali nel 2015 davanti a Serena Williams. Inoltre proprio nel 2016 ha stabilito il record femminile di Aces in un solo match, 31, contro una delle protagoniste di questo 2016, Monica Puig. A questo proposito una delle principali chiavi del match potrebbe essere la % di punti vinti sulla prima palla di servizio della Pliskova. Solitamente, e giustamente, quasi sempre è la % di punti vinti con la seconda a fare la differenza, ma in questo caso le cose vanno in modo completamente diverso. Nei sette precedenti, la Pliskova ha ottenuto il 40% dei punti giocati con la seconda palla nei match vinti, mentre ne ha vinto il 38% nei match persi. Percentuale praticamente identica e quindi statisticamente poco rilevante. Al contrario, sulla prima palla, nei match vinti la Pliskova ha ottenuto l’84% dei punti con la prima palla, mentre nei match persi soltanto il 63%. oltre 20 punti percentuali in meno!
Riassumendo Kerber favorita sulla distanza, in particolare se si dovesse andare al terzo set, e Pliskova a dover superare il 75% dei punti vinti sulla propria prima palla di servizio. In quest’ultimo caso ottime possibilità di vittoria.
Il match inizia con la Kerber più a suo agio soprattutto dal punto di vista emotivo. Aver già la certezza del primo posto WTA e una maggior abitudine a questi palcoscenici la portano a giocare con maggior scioltezza, mentre la sua avversaria commette qualche errore gratuito di troppo soprattutto nelle situazioni critiche di punteggio (15 pari sul proprio servizio, 30-30...). Il primo game, che si rivelerà poi decisivo ai fini del primo Set, è la perfetta sintesi dello stato d’animo iniziale soprattutto della tennista ceca: doppio fallo in apertura, gratuito di rovescio sul 15-15, clamorosa volée sbagliata sul 15-30 e gratuito di dritto sul 30-40. Peggio di così solo 4 doppi falli... Le due giocatrici tengono il loro servizio per i restanti 7 games quando sul 5-3 la Kerber strappa ancora una volta il servizio a Karolina chiudendo il Set con un dritto vincente: 6-3 e strada ancor più in salita per la numero 11 al mondo.
Nel secondo set, la Pliskova gioca in maniera più disinvolta soprattutto in risposta. Il servizio della tedesca non è certo un’arma di distruzione di massa, è più un servizio funzionale al gioco, un colpo preparatorio allo scambio con il vantaggio di essere eseguito con la sinistra, il che crea a prescindere non pochi problemi alle avversarie. Nel primo Set la Pliskova si accontentava di rimandare in campo il servizio e questo non faceva che favorire la ragnatela della Kerber, mentre nel secondo cerca di aggredirlo, di colpirlo dentro il campo togliendo tempo e spazio alla rivale. I frutti li raccoglie sul 3-3 quando ottiene il break decisivo, il suo primo del match che la porta a servire sul 5-4. La ragazza all’esordio in una finale Slam, non trema e recuperando da 15-30 ottiene la vittoria nel secondo set.
Secondo parziale che ha messo in luce tutte le qualità della nativa di Louny, giocatrice che sembra nata per giocare in modo perfetto sul cemento outdoor. Qua infatti può colpire molto spesso montando sopra la palla che rimbalza sempre alta, spingendo a tutto braccio con entrambe le lateralità. Il rovescio bimane è uno dei migliori del circuito anche se giocato quasi esclusivamente piatto dall’alto in basso. Ecco perché il cemento le si addice alla perfezione, perché non la costringe a varianti e variazioni permettendole di spingere con continuità e di verticalizzare con buona continuità. 38 discese a rete totali con anche alcuni serve and volley sono merce rara in campo femminile.
Si va dunque al terzo e decisivo set. La spinta emotiva è adesso completamente a favore della Pliskova che si appresta ad iniziare il terzo parziale con una statistica favorevole abbastanza inaspettata: più punti della sua avversaria in risposta; Un dato ambivalente e contraddittorio: se da una parte arride sicuramente alla ceca anche a causa del servizio “normale” della sua avversaria, dall’altra potrebbe preoccupare una giocatrice che basa gran parte del suo tennis sui propri turni di servizio.
L’inizio set è un dominio della Piskova, con la Kerber che appare intimorita e quasi rassegnata. Fatica a dare continuità al suo gioco e, seppur non commetta molti errori gratuiti, non sembra in grado di contrastare la sua avversaria neppure dal punto di vista fisico e atletico. Sul 3-1 in favore della testa di serie numero 10 però, in modo inaspettato e quasi casuale, cambia l’inerzia della partita e, eccezion fatta per un clamoroso dritto vincente in corsa della Kerber, senza che la tedesca lo meriti particolarmente. E’ più la ceca che si “Giorgi..zza” un po’ troppo continuando a tirare fortissimo in direzione delle righe. Una strategia più accorta e più orientata al costringere la Kerber a prendersi dei rischi essendo in svantaggio, avrebbe, forse, pagato maggiori dividendi. Break recuperato e si arriva al 5-4 per la vincitrice degli Australian Open. Al servizio la Pliskova non riesce ad ottenere nemmeno un 15 commettendo 3 errori gratuiti ( di cui una volée molto simile a quella del game iniziale del match) consegnando alla sua rivale il titolo di campionessa degli US Open, esattamente 20 anni dopo l’ultimo trionfo tedesco a New York, targato ovviamente Steffi Graf.
Le chiavi del match sono state ancora una volta determinanti ai fini del risultato con Kerber a vincere al terzo set (anche se il match non è stato molto lungo con le 2h di gioco superate di pochi minuti) e la Pliskova che, seppur di poco, non ha superato il 75% dei punti vinti con la prima palla (74,7), e soprattutto sotto il 70% nel terzo e decisivo set.
Angie può festeggiare con ancor più merito il numero 1 WTA con 2 Slam in bacheca e altre 2 finali di prestigio come Wimbledon e Rio de Janeiro all’attivo in questo straordinario 2016.
Per la Pliskova, che prosegue la “maledizione” di chi come la Vinci batte Serena Williams ma poi non si aggiudica il torneo, oltre alla soddisfazione della finale raggiunta, arriverà da lunedì anche il raggiungimento del proprio best ranking (6) oltre alla consapevolezza di poter essere una delle pretendenti al trono a livello globale che Serena lascerà inevitabilmente vacante da qui a poco per ovvi motivi anagrafici. Inoltre in famiglia non è finita visto che la gemella Kristyna disputerà tra poche ore (alle 7:00 ora italiana di domenica) la finale del Challenger WTA di Daian in Cina.
In attesa della finale maschile tra Djokovic e Wawrinka, cala il sipario sull’Arthur Ashe, lasciando, a noi italiani, un po’ di magone visto che da oggi (e purtroppo chissà per quanto) non potremo più vantarci di avere una detentrice Slam anche se, proprio come i diamanti, uno Slam è per sempre.