Atmosfera che inizia a farsi rovente in quel di Flushin Meadows, in quest’ottava giornata dei Campionati Americani, che chiuderà gli ottavi di finale, decretando così i migliori 16 tra atleti ed atlete partecipanti.
Se la giornata di ieri ha regalato qualche emozione inaspettata in termini di risultati, in particolare facciamo riferimento all’estromissione dell’ex numero uno del mondo Rafa Nadal per mano del francese Pouille, non altrettanto si può dire per quella odierna, in cui, per quel che concerne il tabellone maschile, tutti i pronostici sono stati rispettati, eccezion fatta per la sfida che contrapponeva il campione 2009 Del Potro alla rivelazione austriaca Thiem, sulla carta piatto più prelibato di giornata.
Considerando un Nadal che, ormai da oltre due anni, non riesce a trovare continuità, alternando buone uscite a partite in cui è quasi irriconoscibile; passando da Roger Federer, unico vero avversario del numero uno del mondo nel corso dell’ultimo paio di stagioni, la cui annata è stata gravemente condizionata dai guai al ginocchio ed alla schiena che lo hanno costretto a chiudere anticipatamente la stagione; sino ad arrivare al campione Novak Djokovic, anch’egli protagonista in questo 2016 di qualche, naturale, momento di cedimento; Thiem e Del Potro hanno, chi per un motivo chi per un altro, sicuramente arricchito di colore una stagione che, diciamocelo, è sembrata un po’ opaca in termini di tennis e di qualità, sebbene ricca di emozioni ed appuntamenti.
Partita dunque molto interessante che mette a confronto due atleti piuttosto differenti nella loro interpretazione strategico-tattica del gioco; Thiem è un classico giocatore moderno da fondo campo, molto dinamico ed atleticamente scattante, bravo sia in attacco che in difesa, anche se alle volte viene a trovarsi molto, troppo, lontano dalla linea di base; difesa che invece non si può dirsi il punto forte dell’argentino, sebbene malgrado i suoi quasi 2 metri di altezza e 100kg di peso, mostri una buona agilità ed un’ottima copertura del campo. Giocatore altresì molto intelligente che trova nel servizio, ma soprattutto nel devastante dritto, le sue armi più temibili.
Gli ingredienti per un grande spettacolo sembrano esserci tutti, tuttavia non abbiamo mancato di sottolineare come l’austriaco si sia mostrato leggermente in calo nel corso delle ultime manifestazioni, un calo derivante soprattutto dai molteplici impegni a cui il ventitreenne ha preso parte, peraltro ottenendo, per la maggior parte dei casi, brillanti risultati.
Nonostante ciò parte bene l’austriaco che riesce sin dalle prime battute a mettere alle corde l’avversario, strappando lui il servizio e portandosi sul 3 ad 1; un break di vantaggio che viene però caparbiamente recuperato da Del Potro, il quale riesce a completare la rimonta nel corso del sesto game.
Cominciano a questo punto a farsi evidenti le difficolta del giovane Thiem, che dal punteggio di 3 – 1 non è più riuscito a conquistare un game; con relativa semplicità l’argentino mette in successione ben 5 game consecutivi, ipotecando il primo set con il punteggio di 6/3.
Secondo parziale in cui ci si attendeva grande spettacolo, nonché una risalita da parte del classe 1993; sfortunatamente però s’interrompe la partita a seguito di un risentimento al ginocchio che ha costretto Thiem alla resa, consegnando a Del Potro il lasciapassare per i quarti di finale. Davvero un peccato!
Per il resto, come detto, nessuna eclatante novità; si libera con grande semplicità il nipponico Kei Nishikori del gigante Ivo Karlovic, assoluto protagonista dell’ultima parte di stagione, dunque costretto a cedere in soli tre set, dei quali solo il terzo ha offerto equilibrio ed incertezza; 6/3 6/4 7/6 il punteggio.
Costante di tutta la stagione corrente, continua a vincere ma a non brillare lo svizzero Stan Wawrinka, che anche quest’oggi ha lasciato un set per strada contro l’ucraino Illja Marchenko, avversario classe 1987 tutt’altro che impossibile per il rossocrociato.
Allo scoccare delle 2 ore e 45 minuti di gioco, il 52-esimo errore dell’ucraino, 93-esimo di una partita non proprio entusiasmante, regala a “Stanimal” la vittoria ed un posto tra i migliori 8 del torneo, con il punteggio di 6/4 6/1 6/7 6/3.
A seguito della coinvolgente partita giocata con il nostro, strepitoso, Paolo Lorenzi, il campione olimpico Andy Murray si è reso protagonista quest’oggi di quella che si può considerare una vera e propria lezione all’amico Grigor Dimitrov, la quale si traduce in termini di risultato in un severissimo 6/1 6/2 6/2.
Sono lontani i tempi in cui i due atleti offrivano prestazioni assolutamente spettacolari e combattute ed ormai sbadito è il ricordo di quei quarti di finale, in quel di Wimbledon 2014, in cui Dimitrov riuscì a sconfiggere proprio l’allora campione in carica Andy Murray, conquistando la sua prima semifinale Slam, raggiungendo quello che è stato poi il suo miglior risultato in carriera.
Da quel momento il bulgaro sembra essere caduto in un’aspirale negativa che lo ha portato a scivolare dall’ottava all’attuale ventottesima posizione nel ranking mondiale.
Ad oggi accogliamo con soddisfacente stupore l’ingresso del classe 1991 alla seconda settimana di uno Slam, il che non può che considerarsi preoccupante per un ragazzo che veniva definito “il nuovo Federer” (a dimostrazione di quanto pulizia e bellezza del gesto tecnico non sia in realtà parametri sufficienti per fare di un tennista un campione).
Per il bene dello spettacolo, la speranza è che il bulgaro possa ritrovare la propria dimensione e tornare a regalarci prestazioni all’altezza del suo indiscutibile talento, sebbene le lancette continuino a muoversi inesorabilmente in avanti ed ormai, giunto alla matura età di 25 anni, ci si aspetta che almeno qualcuna delle promesse possa essere mantenuta.
Se per quel che concerne il tabellone maschile i pronostici si possono considerare rispettati, lo stesso non si può dire per quello femminile, in cui di certo non sono mancate le sorprese, a partire dalla partita che ha visto contrapposte la campionessa di casa Venus Williams alla ceca Karolina Pliskova.
Agonisticamente aggressiva, come sempre, e determinata nel proseguire nell’eccellente stagione che ha visto la sua rinasciata, Williams parte all’attacco, strappando sin dalle prime battute il servizio all’avversaria, portandosi così in vantaggio di 3 giochi a zero.
Primo set che sembra terminare in maniera rapida ed indolore per l’americana, ormai in vantaggio di 5 giochi ad uno, ma ecco che proprio sul più bello arriva la reazione della Pliskova, che ne approfitta di un momento di rilassamento della due volte campionessa per mettere in fila 3 games consecutivi, portandosi dunque sul 5/4.
Rimonta poi vanificata da un non indimenticabile turno di servizio della ceca, che concede il set alla Williams; vanificata ma non del tutto inutile per la Pliskova: l’extra-stress subito dalla bella Venere nel corso del primo parziale le costa infatti caro nel successivo.
E’ ancora una volta l’americana a passare per prima in vantaggio di un break nel secondo, salvo poi concedere nuovamente spazio alla ceca, il cui braccio questa volta non trema e chiude per 6 giochi a 4.
Terzo parziale in cui domina l’equilibrio; il copione non cambia, con le due atlete che, anche in questo caso, si sono viste concedersi vicendevolmente i propri turni di servizio.
Sarà il tie-break a decidere l’incontro ed in particolare è stata la maggior efficacia in risposta della Pliskova la chiave della partita.
Sfuma dunque l’ipotesi di una spettacolare semifinale tutta americana tra le due sorelle più famose dello sport con la racchetta; dopo quasi due ore e trenta di battaglia è infatti la Pliskova ad aggiudicarsi un posto ai quarti di finale, sconfiggendo Venus Williams con il punteggio di 4/6 6/4 7/6.
La sorpresa di giornata tuttavia non può che considerarsi l’estromissione della “maga” Aga Radwanska, subita per mano della diciottenne croata Ana Konjuh.
Sorprende come una giocatrice dall’incredibile sagacia strategico-tattica come la polacca non sia riuscita a sfruttare una situazione di vantaggio, nel primo set, contro un’inesperta avversaria; ciò che va assolutamente a sottolineare, oltre che il talento, il carattere di ferro della tennista classe 1997.
Poco meno di un’ora e trenta di gioco sono sufficienti per la croata per conquistare, in soli due set, con un doppio 6/4, un posto tra le migliori 8 giocatrici del torneo.
Radwanska, Bertens e Lepchenko sono solo tre tra le vittime mietute dalla Konjuh durante il suo cammino, e che fanno di lei l’indiscussa rivelazione di questi Campionati Americani.
Normale prassi per la numero uno del mondo Serena Williams, che senza troppi problemi si sbarazza della russa naturalizzata kazaka Jaroslava Shvedova, con il punteggio di 6/2 6/3.
Sorprende invece la relativa facilità con la quale la testa di serie numero 5 Simona Halep si è imposta sull’iberica Carla Suarez-Navarro, in una partita in cui solo il secondo set si è dimostrato all’altezza delle aspettative; 6/2 7/5 il punteggio a favore della romena.