Tutte le strade portano a Roma.
No, non stiamo parlando del famoso proverbio che trae la propria origine dall’efficiente rete di infrastrutture dell’antica Roma; in modo figurato, infatti, dall’8 al 15 maggio la Città Eterna ritorna ad essere il centro del mondo, il centro del mondo del tennis. Gli Internazionali d’Italia dal 1930, anno della prima edizione disputatasi a Milano, sono il maggior evento tennistico italiano e rappresentano l’unica tappa del circuito mondiale (sia maschile che femminile) che si disputi nel Belpaese.
Un torneo, quello di Roma, che ha ritrovato il lustro del passato dopo anni di appannamento e disinteresse; lodevole è stato, da questo punto di vista il lavoro del direttore tecnico Sergio Palmieri, vero artefice del risorgimento degli Internazionali. Assistiamo in questi ultimi anni anche, se non soprattutto, ad un esplosione in termini di introiti ed impatto economico legati al torneo romano; secondo i dati di Federtennis e Coni Servizi negli ultimi nove anni il fatturato è aumentato del 224 per cento, con l’ultima edizione che ha toccato i 10 milioni di utile: tutti numeri che denotano lo stato di salute degli Internazionali d’Italia e che, immancabilmente, vengono sbandierati dalla Federazione durante la consueta presentazione del bilancio sociale FIT. Come questi soldi vengano riutilizzati per promuovere l’attività ed il settore tecnico è tutto un altro discorso.
Il Foro Italico, luogo che fa da sfondo alla competizione è secondo, in quanto a bellezza e tradizione solamente all’All England Lawn Tennis And Croquet Club, sede del torneo di Wimbledon; ideato e realizzato da Enrico Del Debbio il circolo del Foro Italico consta di 14 campi in terra, tra cui il Centrale e lo Stadio Pietrangeli, uno dei simboli dell’appuntamento romano e probabilmente, il posto più bello al mondo dove giocare a tennis.
Per il sesto anno di fila la terra del Foro Italico sarà calpestata nella medesima settimana, la seconda di maggio, sia dalle ragazze che dagli uomini; dal 2011, infatti, gli Internazionali si disputano con la formula del combined event e sono annoverati rispettivamente tra i cinque Premier 5 (per le donne) e tra i nove Master 1000 (per gli uomini). Roma è anche il torneo che antecede il campionato del mondo su terra battuta, ovvero il Roland Garros che prende il via proprio il giorno seguente alla finale maschile romana; per questo motivo si è soliti pensare all’Open italiano come ad un appuntamento propedeutico allo Slam francese: a Roma, infatti, i giocatori traggono i frutti dell’allenamento e della preparazione fatta in precedenza, il motore deve essere a pieni giri, pronto a scattare in direzione Parigi.
Chi cerca la prima vittoria al Roland Garros, unico Slam mancante, è Nole Djokovic, campione uscente e vincitore di quattro edizioni del torneo di Roma; anche quest’anno Djokovic approda sulle rive del Tevere con i gradi di favorito della vigilia, gradi che il serbo si è conquistato durante una trionfale prima parte di stagione. La terra, si sa, non è la sua superficie preferita, ma a Roma Nole è stato l’unico giocatore a mettere realmente in difficoltà l’epopea di Rafa Nadal nell’ultimo decennio; il cammino verso la settima finale al Foro Italico però non sembrerebbe così agevole per il numero uno del mondo che, dopo il possibile ottavo con Monfils, si giocherebbe un posto in semifinale proprio contro l’avversario di mille battaglie, quel Rafa di cui si parlava in precedenza.
La sconfitta contro un ottimo Murray a Madrid non ha affievolito le speranze del maiorchino di riconquistare la corona di Parigi: gli Internazionali, la cui vittoria manca a Nadal dal 2013 potrebbero rappresentare dunque la vera investitura, il vero ritorno di Rafael Nadal ai livelli che gli competono. Salire sul gradino più alto del podio potrebbe essere particolarmente difficile anche per un fenomeno come lui, visto l’arduo tabellone a cui deve far fronte: possibile ottavo con Raonic o Kirgios e quarto di finale come anticipato contro la sua nemesi Novak Djokovic.
La parte alta del Main Draw è infarcita di grandi campioni e di giocatori in cerca di un affermazione definitiva: appartiene sicuramente alla prima categoria il Campione per eccellenza di questo sport, Roger Federer che si presenta ai nastri di partenza del torneo capitolino in una forma quantomeno indecifrabile. Gli ultimi appuntamenti sono stati per lui un vero e proprio calvario, con i forfait di Indian Wells, Miami e Madrid: sorge spontaneo chiedersi per quanto tempo possa continuare in queste condizioni psicofisiche.
Il tabellone di Roger, tra l’altro, è estremamente complicato; nel suo ottavo sono presenti infatti Zverev, Dimitrov (che si sfideranno in un primo turno interessantissimo) Sousa, il povero Sonego, Dolgopolov e soprattutto Thiem, visibilmente affaticato a Madrid: insomma, se fossimo nel calcio parleremmo di “girone di ferro”. Tra coloro che sono in ricerca di una definitiva consacrazione c’è sicuramente Nishikori che, dopo l’ottimo torneo di Mdrid cerca conferme sulla terra battuta romana e dovrebbe aspettare in ottavi Gasquet e nei quarti probabilmente Dominic Thiem.
Ovviamente assistiamo ad una sproporzione tra la parte alta del draw e quella bassa dove Andy Murray dovrebbe avere vita facile a raggiungere la semifinale; lo scozzese sta probabilmente giocando il miglior tennis della sua carriera sulla terra rossa e a Roma, torneo in cui vanta solamente una semifinale in carriera, potrebbe recitare una parte da protagonista. Gli ostacoli sul suo percorso, infatti, non sembrano probanti: uno tra Goffin e Berdich ai quarti e seguendo l’ordine delle teste di serie Tsonga o Wawrinka in semifinale.
La situazione, però, potrebbe essere ben diversa, in quanto lo svizzero sembra essersi smarrito (solo un quarto di finale negli ultimi quattro tornei a cui ha partecipato) e sicuramente Tsonga non ha nella terra rossa la superficie su cui eccelle; lo spot di semifinalista potrebbe essere dunque appannaggio di un veterano come Ferrer oppure di un Fognini ritornato in buona forma dopo lo stop causato dall’infortunio. Il ligure, infatti, potrebbe essere la mina vagante del torneo: a Madrid ha palesato sensibili miglioramenti da un punto di vista fisico e il Foro Italico potrebbe essere il luogo giusto per tentare l’impresa, sempre che la testa regga.
A Roma assisteremo anche al ritorno di Seppi, fuori per un mese a causa di un problema all’anca; gli altri italiani presenti nel tabellone principale dopo il ritiro di Bolelli sono le wild card Sonego, primo turno contro Sousa, Cecchinato, contro Raonic, Caruso, contro Kirgios e Lorenzi, contro Bautista Agut: con queste premesse non si prevedono molti italiani al secondo turno.
Virando sulla competizione femminile, non esiste miglior definizione dell’attuale momento del tennis in gonnella che la massima su cui si fonda l’approccio psicologico del costruzionismo sociale, ovvero: “l’unica certezza è l’incertezza”.
Serena Williams gioca a tennis part time, Sharapova fuori per la famosa faccenda legata al doping, Kerber è in balia di continui alti e bassi dopo la vittoria inaspettata all’Open d’Australia, Muguruza non sa più vincere, Radwanska è palesemente un’eterna incompiuta; l’unica giocatrice che sembrava poter risollevare l’intero movimento femminile era Vika Azarenka che, però, è spesso vittima di acciacchi e piccoli infortuni come quello che l’ha costretta al ritiro prima del secondo match a Madrid.
La copertina, però, è tutta per Serena Williams che torna a disputare un match dopo la sconfitta a Miami contro la Kuznetsova; la numero uno del mondo è sempre la favorita quando è nel lotto delle partecipanti tuttavia un buon test per saggiare il suo stato di forma dovrebbe arrivare nei quarti di finale dove, secondo i pronostici, potrebbe incontrare Simona Halep, letteralmente resuscitata grazie alla vittoria nel Premier Mandatory di Madrid. Rimanendo in questa porzione di tabellone affascina la presenza di Azarenka che, al netto degli infortuni, dovrebbe agevolmente raggiungere un posto in semifinale.
Nella parte bassa del draw il livello delle giocatrici è piuttosto omogeneo, fatto che comporta la possibilità per molte tenniste di ambire a posizioni di rilievo; tra queste si annoverano sicuramente Kerber, Suarez Navarro, Kvitova, Bacsinszky, Jankovic ma anche giovani leve come Ostapenko, Muguruza, Keys, Kovinic, Svitolina. Nel caos che alberga, sicuramente una chance potrebbe averla Sara Errani, reduce però da un periodo di forma estremamente precario; l’azzurra, presente al sorteggio dei tabelloni nella speciale location di Piazza del Popolo si è detta molto determinata e vogliosa di disputare un ottimo torneo: speriamo che alle parole seguano i fatti, ce ne sarebbe veramente bisogno per la tennista emiliana.
Anche la Vinci non sta vivendo un buon periodo in termini di risultati e il tabellone certo non gli ha dato una mano opponendogli la Konta al primo turno; le wild card, tutte italiane, sono andate a Karin Knapp, Claudia Giovine e Francesca Schiavone, probabilmente all’ultima partecipazione a Roma. Da segnalare anche l’evento proposto dalla WTA che Martedì festeggerà e onorerà Flavia Pennetta.