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No, non siamo seduti al tavolo della roulette nel grande salone del Casinò di Monte-Carlo; siamo, invece, ad una manciata di chilometri distanti dalla sala da gioco più famosa del mondo. Non crupiers ma giudici di sedia, non roulette ma campi in terra battuta, non signore impelliciate ma giovanotti in calzoncini corti che imbracciano racchette costruite con lo stesso materiale degli shuttle della NASA: certo, l’ambiente è ugualmente esclusivo e glamour ma al Monte-Carlo Country Club si gioca con palle e racchette, non con fishes e carte da poker.

La giornata di sabato, come da tradizione (e nel Principato di tradizione se ne intendono visto che quella del 2016 è l’edizione numero 110) è dedicata alle semifinali maschili del primo torneo Master 1000 che si disputa su terra rossa. Se avessimo dovuto fidarci dei numeri, ci si attendeva che un posto da semifinalista fosse occupato dal numero uno del mondo Nole Djokovic (12 semifinali consecutive Master 1000 dal torneo di Cincinnati 2014): così non è stato, con il serbo che ha perso addirittura nel match inaugurale contro il carneade Vesely.

La sconfitta di Djokovic ha spalancato la parte alta del tabellone a due tennisti francesi che stanno vivendo un ottimo periodo di forma, Jo-Wilfried Tsonga e Gael Monfils; la parte bassa, invece, ha rispecchiato maggiormente le gerarchie del ranking e vede sfidarsi, nella prima semifinale di giornata, la testa di serie numero due Andy Murray e l’otto volte campione del torneo monegasco, Rafa Nadal, testa di serie numero cinque.

Il match di cartello al Monte-Carlo Country Club, almeno per il pubblico non di nazionalità francese, è sicuramente quello che vede opposti proprio lo scozzese, numero due del mondo e il maiorchino, numero cinque; la partita odierna rappresenta la ventitreesima sfida tra i due con il campione spagnolo in vantaggio 16-6: nonostante ciò, è ancora vivida nella mente degli appassionati la sonora lezione impartita a Rafa dal britannico sulla terra di Madrid lo scorso anno, partita terminata 63 62 a favore di Andy.

Nadal è all’undicesima semifinale in dodici partecipazioni nel Principato e viene da due vittorie, contro Thiem e Wawrinka che gli hanno restituito fiducia; Murray, dopo una deludente stagione sul cemento americano ha vissuto sensazioni contrastanti durante questa settimana: vittorioso al terzo con Herbert, quasi eliminato da Paire e dominante nel turno successivo con Raonic.

I giocatori sin dall’inizio premono con forza sull’acceleratore e la partita prende subito i connotati di una battaglia campale; il servizio, com’era lecito attendersi ha un ruolo marginale, gli scambi sono sistematicamente sopra i sette colpi, ogni 15 è giocato fino allo sfinimento: insomma, non il vostro solito match al circolo del sabato pomeriggio.

Dai blocchetti di partenza, tuttavia, lo spunto migliore è quello dello scozzese che esegue fedelmente il piano partita preparato prima dell’incontro; Murray è sempre padrone dello scambio, sia al servizio che in risposta, non permettendo all’avversario di guadagnare campo e di iniziare a tessere la fitta ragnatela fatta di colpi penetranti e dalla traiettoria arcuata.

Andy, infatti, gioca sempre con i piedi ben ancorati alla linea di fondo e, comandando specialmente con il rovescio in cross, riesce a colpire quasi sempre quando la palla è ancora in fase ascensionale, relegando Rafa ad un gioco esclusivamente difensivo: così si spiega il primo break ottenuto da Murray nel sesto gioco. Al primo break ne seguirà un secondo che permette al campione olimpico in carica di issarsi sul 6-2, incamerando così il primo parziale.

Punteggio severo il 6-2 rifilato ad un Nadal che non è mai realmente parso competitivo nel primo set; sempre costretto a lunghe rincorse, Rafa ha pagato un servizio poco incisivo (50% con la prima) ed una tattica monotematica (diritto in diagonale sul rovescio dell’avversario) che con Murray, così come con Djokovic, non porta frutti.

Il secondo set, com’era prevedibile inizia con Rafa molto più propositivo; sin dai colpi di inizio scambio, infatti, cerca di mantenere un posizione più a ridosso della linea di base e, ingarbugliando nello scambio da fondocampo l’avversario si porta in vantaggio di un break. Murray oggi è molto solido e reagisce con forza, controbreakkando immediatamente Nadal: lo spagnolo è visibilmente scosso dal ritorno dello scozzese che lo infarcisce di palle corte giocate con molto acume tattico, non riuscendo quasi mai a girare intorno alla palla per poter sfoderare il suo colpo migliore, il diritto anomalo.

Il secondo set e la partita tout court “girano” a ridosso dell’ora e quaranta di gioco quando la condizione fisica di Murray sembra andare in calando e, non riuscendo più a spingere e ad aggredire Rafa ad ogni colpo perde costantemente campo e, di conseguenza, pericolosità offensiva. Non è solamente un calo fisico di Murray però: Nadal inizia ad accettare lo scambio sulla diagonale destra, il suo rovescio contro il diritto di Andy, riuscendo poi ad aprirsi gli angoli dalla parte opposta con il lungolinea e a guadagnare il centro del campo. Un Murray in confusione e discontinuo cede piano piano fino ad arrendersi perdendo, prima, il servizio e, in seguito il secondo set per 6-4.

La partita ora è risvoltata come un calzino e Rafa, carico come una molla, parte fortissimo nel terzo parziale con tre giochi filati; la crisi fisica, prima che tecnica di Murray è palese e il maiorchino si porta avanti di due break, guidando addirittura per 5-1. L’ultimo sussulto del britannico (si guadagna due palle break e salva quattro match point) serve solo a prolungare di qualche minuto la partita e lo spettacolo per il pubblico assiepato sugli spalti del Club ma, al quinto match point deve cedere il passo a Nadal che termina le velleità per 6-2.

Con il punteggio di 2-6 6-4 6-2 Nadal approda, così in finale a Monte-Carlo per la decima volta e alla ricerca del nono successo in carriera; un Rafa molto positivo e in grande spolvero che ha palesato una grande fiducia ed un gioco ritrovato: le qualità da agonista rimangono immutate e quando il match si mette sui binari della lotta, della fatica e della corsa Nadal, soprattutto sulla terra, può essere ancora l’uomo da battere.

La seconda semi in programma vedeva lo scontro tutto francese tra Jo Tsonga, testa di serie numero otto e Gael Monfils, numero tredici del tabellone. Per i due giocatori praticamente coetanei, più vecchio di un anno il figlio del giocatore di pallamano Didier Tsonga, la semifinale di oggi rappresenta un occasione del tutto speciale, portando sicuramente il primo tennista francese in finale a Monte-Carlo dal 2000, anno in cui Pioline non solo arrivò all’atto conclusivo ma, addirittura sollevò il trofeo dopo la vittoria contro Dominic Hrbaty.

I due giocatori scendono in campo consapevoli del periodo positivo che entrambi stanno vivendo; Monfils è reduce dai quarti di finale disputati sia a Indian Wells che a Miami mentre Tsonga ha giocato una grande semifinale a Indian Wells contro Djokovic. Dopo la vittoria nel turno precedente contro Federer, Tsonga era atteso alla prova del nove contro il connazionale con cui era in vantaggio nei precedenti per 4-2; esame non superato dal nativo di Mans che ha disputato un match onestamente inguardabile, sbagliando tutto ciò che si poteva sbagliare sia in termini di scelte tattiche che, specialmente in termini di esecuzione dei colpi.

La Monf ha avuto inaspettatamente vita facile a sbarazzarsi di un avversario che ha cercato in ogni modo di battersi da solo; va reso, tuttavia, a Monfils il merito di essere rimasto concentrato e regolare lungo tutta la partita, non concedendo a Tsonga di poter davvero rientrare nel match. Alla fine il risultato ha visto Gael Monfils prevalere per 6-1 6-3 anche se lo score poteva essere più severo nei confronti di un Jo-Wil onestamente irriconoscibile.

Per la prima volta in carriera dunque il giocatore di origine guadalupensi accede alla finale del torneo monegasco dove Domenica alle ore 14.30 affronterà per la quattordicesima volta Rafa Nadal, 11-2 per il maiorchino i precedenti. Una finale probabilmente inaspettata all’inizio del torneo ma che sicuramente mette di fronte i due tennisti più costanti e positivi lungo tutta la settimana nel Principato. Appuntamento per la finale al Country Club di Monte-Carlo dove, Domenica pomeriggio, verrà decretato il nuovo campione, il numero 110 della sua gloriosa storia.

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