Unica la meta, infinite (o quasi) le vie per raggiungerla. E se la meta si chiama Indian Wells, la vittoria, possibilmente, la preparazione a questo appuntamento non può che essere la strada che ogni tennista sta percorrendo cercando di arrivarci meglio degli altri.
Calendario, forma psico/fisica, infortuni e vita personale si intrecciano in una spirale che, come il DNA, è diversa per ognuno e può aiutare a spiegare chi siamo e dove possiamo andare.
Proviamo a fare un esempio. Prendiamo a campione il francese Benoit Paire attualmente numero 21 ATP: dopo la sorprendente eliminazione al primo turno dello Slam australiano da parte del promettente Noah Rubin, ha giocato per 4 settimane consecutive nei tornei di Montpellier (perso al primo turno), Rotterdam (perso al primo turno), Marsiglia (Semifinale dopo aver battuto Wawrinka) e Sao Paulo (perso al primo turno).
Niente di clamoroso fin qui a parte il volo transoceanico con un tempo di riposo minimo; se pensiamo, però, che i primi tre tornei si sono giocati indoor su una superficie classificata Hard dall’ATP e Sao Paulo in Brasile sulla terra prima di Indian Wells di nuovo sul cemento outdoor, iniziamo a nutrire sospetti su una corretta programmazione da parte del nostro.
Aggiungiamo a tutto questo che Paire ha dichiarato: “ho saputo solo dalla tv dell’hotel che il torneo di Sao Paulo si giocava outdoor, sono venuto per godermi la spiaggia (che a Sao Paulo non c’è…) un po' di vacanza e l’alcool”.
Tutto questo ci spiega parte del personaggio Paire e ci dice che forse no, non vincerà Indian Wells… Il torneo si svolge “combined” e in questa prima parte cercheremo di ripercorrere i sentieri che porteranno i migliori tennisti dell’ATP a sfidarsi sul cemento americano andando in ordine di classifica.
Novak Djokovic
Dopo la vittoria australiana, Nole si è preso una meritata vacanza dalle competizioni iniziando la preparazione alla campagna statunitense prima a Montecarlo e poi a Dubai, dove ha disputato il torneo ATP 500. Qui ha vinto con Robredo prima di ritirarsi con Feliciano Lopez a causa di un infezione ad un occhio. Niente di preoccupante in vista del primo Master 1000 e Djoko sta continuando ad allenarsi a Dubai prima di volare destinazione Belgrado, città nella quale si giocherà il primo turno di Coppa Davis (Hard indoor) contro il Kazakhistan. Dopo di che volo per la California e qualche giorno di preparazione.
Andy Murray
Andy è l’unico tennista, oltre a Federer (operato al ginocchio), a non aver ancora disputato un match ufficiale dopo gli Australian Open. La nascita della primogenita il 7 febbraio ha senza dubbio inciso notevolmente sulla programmazione dello scozzese che si è allenato prima nella sua Scozia e poi a Wimbledon per preparare il match di Coppa Davis di Birmingham contro il Giappone. Si giocherà indoor (hard green set cushion) con palle diverse da Indian Wells, ma sostanzialmente poca differenza di superficie e successivamente ancora 4 giorni per acclimatarsi alle condizioni americane.
Stan Wawrinka
Dopo la sconfitta al secondo turno di Marsiglia, Stan è reduce dalla vittoria nel torneo di Dubai, torneo nel quale ha perso un solo set all’esordio con Stakhovsky denotando una buona condizione tecnico/fisica. Ha rinunciato alla coppa Davis, che la Svizzera giocherà proprio in Italia (Pesaro) sulla terra rossa indoor, e quindi ha dieci giorni di tempo per concentrarsi solo sul Master 1000 alle porte. Questo lo pone in leggero vantaggio rispetto ad altri avversari, anche se storicamente il torneo californiano è stato per lui avaro di soddisfazioni.
Rafael Nadal
L’avvio 2016 di Rafa è stato sicuramente negativo e questo lo ha portato ad anticipare il rientro alle competizioni dopo Melbourne cercando di ritrovare sulla terra rossa sudamericana condizione e confidence. Al momento la scelta non sembra essere stata azzeccata dal momento che nei tornei di Buenos Aires e Rio de Janeiro ha perso in semifinale da Thiem e Cuevas denotando una fragilità tecnica ed emotiva preoccupante. Attualmente, senza l’incombenza della Coppa Davis alle porte, si allena in Messico a Cozumel evitando così voli oceanici e cambiamenti di fuso orario. Sperando che basti.
Kei Nishikori
Il Samurai nipponico ha senza dubbio attuato una programmazione intelligente. Dapprima allenamenti alla sua IMG Academy di Bradenton in Florida, poi il torneo di Memphis vinto sul cemento molto simile ad Indian Wells e la settimana successiva il torneo di Acapulco con situazioni ambientali molto simili. Querrey l’ha estromesso dal torneo al secondo turno, ma la sconfitta era anche preventivabile dopo le fatiche della settimana precedente. Unico “intoppo” la Coppa Davis contro la Gran Bretagna a Birmingham che lo costringerà ad un paio di voli intercontinentali non certo piacevoli.
Tomas Berdych
Il giocatore ceco ha indirizzato la preparazione come facilmente previsto verso i tornei a lui più congeniali come superficie, indoor e cemento. Ha quindi partecipato dapprima a Marsiglia (indoor) e successivamente a Dubai. In entrambi i casi cammino pressoché identico: due vittorie e poi sconfitta contro Nick Kyrgios sempre per 2 set a 0. Non certo i risultati attesi dal ceco che proverà a riscattarsi in quel di Hannover nel primo turno di Coppa Davis contro la Germania. A quel punto volo per la California per preparare il “quinto Slam”.
David Ferrer
David il maratoneta sta attraversando un 2016 non certo brillantissimo e le sue ultime dichiarazioni lasciano trasparire una certa stanchezza più motivazionale che fisica. Ancora in dubbio la sua presenza a Indian Wells dopo la sconfitta al primo turno sul cemento di Acapulco che non ha certo giovato al morale dello spagnolo. Prima del torneo messicano Ferrer aveva giocato a Buenos Aires e Rio de Janeiro sull’amata terra rossa venendo però sconfitto da Almagro e Thiem in semifinale nonostante partisse da favorito. La Spagna non giocherà la Davis e, quindi, c’è tutto il tempo per prepararsi al meglio cercando anzitutto di capire cosa vuole fare da “grande” il finalista Roland Garros.
Jo-Wilfried Tsonga
Mese di febbraio molto deludente per Jo-Wilfried, che nei tornei di Buenos Aires e Rio de Janeiro sulla terra rossa ha racimolato una sola vittoria a fronte di due sconfitte. Preparazione interamente terraiola per il francese visto anche il prossimo appuntamento di Davis della Francia. Infatti, contro il Canada dei bombardieri Raonic e Pospisil la federazione transalpina ha scelto la terra rossa di Guadalupa come superficie di gioco. Quantomeno evitati ai propri tennisti voli lunghi e jet lag.
Passando velocemente in rassegna altri possibili protagonisti citiamo i giovani Thiem e Kyrgios.
L’austriaco Dominic Thiem è uno dei più in forma del circuito, pur alternando terra rossa e cemento: a Buenos Aires e Rio de Janeiro ha raggiunto una vittoria finale ed una semifinale. Vittoria finale anche ad Acapulco sorprendendo per la velocità con la quale si è adattato ad una superficie completamente diversa in soli 3 giorni di distacco tra la sconfitta con Pella e la vittoria su Dzhumur.
L’australiano Nick Kyrgios ha messo in chiaro di essere il giovane più “pronto” attualmente con la vittoria finale di Marsiglia (hard indoor) e la semifinale con Wawrinka a Dubai dove si è ritirato a causa di un problema alla schiena. In realtà il problema sembra essere all’anca ed è in dubbio la sua partecipazione alla coppa Davis. Particolare tra l’altro la scelta australiana di sfidare gli Stati Uniti sull’erba di Kooyong (Melbourne) mettendo a dura prova Tomic e Kyrgios che in poco tempo dovranno adattarsi alla nuova superficie, per non parlare del fuso orario.
Curiosa e non molto convincente la scelta di John Isner. Il gigante americano nel mese di febbraio ha partecipato solo a tornei sulla terra battuta sudamericana perdendo sempre al primo turno. Nel week-end prima dell’inizio del torneo californiano è impegnato con la nazionale stelle e strisce nel primo turno di Davis che giocherà sull’erba australiana. Isner quindi affronterà Indian Wells senza nemmeno una partita sul cemento.
Per un giocatore con le sue caratteristiche e che nel torneo americano vanta una finale (con Federer nel 2012) una scelta quantomeno azzardata.
Per quanto concerne gli italiani, dovrebbero essere due i tennisti presenti, Seppi e Bolelli, anche se la partecipazione di quest'ultimo è in forse. Entrambi hanno intrapreso una programmazione molto simile con tornei indoor (Sofia e Rotterdam l’altoatesino, Marsiglia il bolognese) e poi il torneo di Dubai. Male in singolare, bene in doppio con la vittoria nel torneo medioorientale. Peccato per loro che l’Italia abbia scelto la terra rossa indoor (abbastanza logica puntando inizialmente su Fognini poi infortunato) per sfidare la Svizzera in Davis costringendo i due tennisti ad un continuo cambio di superficie.
Questo è quanto ha proposto il mese di febbraio riguardo i primi giocatori della classifica ATP. Ovviamente, finchè non calerà il sipario sul primo master 1000 della stagione, tutte le strade possono ritenersi giuste o sbagliate e fortunatamente sarà sempre e solo il campo a dire chi ha fatto la scelta migliore.