Dopo aver fatto una panoramica generale dei migliori prospetti del tennis del futuro, proviamo ora ad elencare questi giocatori e presentarli brevemente al pubblico. Come già evidenziato non troverete previsioni sul futuro numero 1 e nemmeno giudizi soggettivi alla “...gioca veramente bene...” o “...il nuovo Federer...” e nemmeno “...tocca la palla come pochi...”. Semplicemente proporremo alcuni dati che possono dare un’idea del valore ATTUALE del giocatore e di quale sia stato il suo percorso di avvicinamento al tennis che conta. In questo modo speriamo di incuriosire i lettori nell’andare a scoprire queste giovani racchette nei prossimi tornei ed eventualmente confutare o meno quanto scriveremo nelle prossime righe.
Andando in ordine di classifica non possiamo che partire da Alexander Zverev. Da molti additato come predestinato andiamo a scoprire meglio il suo profilo tennistico.
Alexander Zverev nato ad Amburgo il 20 Aprile 1997. Attualmente risiede a Monte Carlo (in questo ha imparato in fretta dai migliori...) ed è allenato dal papà Alexander sr. Destrimano con rovescio a due mani è alto 1.98m, il che gli permette di avere nel servizio una delle sua armi principali, anche se al momento bada più alla velocità che alla varietà dell’esecuzione. Da questo colpo ottiene in media oltre il 7% dei punti totali grazie ad Aces; percentuale che sale spesso oltre il 10% nei match vinti ma rimane sotto il 5% nei match persi a testimonianza di quanto questo colpo sia per lui, come per tutti, fondamentale ai fini del risultato. Ha concluso il 2016 alla posizione numero 24 avendo però come best ranking la numero 20. Negli ultimi 10 anni nessuno alla sua età aveva concluso la stagione con una classifica migliore della sua. Nel 2006 Djokovic e Murray si erano assestati al numero 16 e 17 mentre l’anno prima Rafa Nadal era già numero 2 (esattamente come Boris Becker nel 1986). Anche Roddick e Hewitt nel 2001 e nel 2000 avevano concluso meglio di lui arrivando rispettivamente al numero 14 e al numero 7. Classifica identica invece per Marat Safin nel 1999. E Federer? Nel 2000 chiuse l’anno alla posizione 29. Tutti questi giocatori sono vincitori o plurivincitori Slam e in effetti l’andamento della classifica è molto simile (nel 2015 Zverev chiuse al numero 83 contro il 53 di Rafa, il 64 di Murray, il 78 di Djoko, il 92 di Delpotro ed il 64 di Federer), vedremo se lo sarà anche il palmares finale. A livello ATP ha vinto pochi mesi fa il torneo di San Pietroburgo sconfiggendo in finale Stan Wawrinka. Ha già disputato 6 tornei dello Slam (record 6-6) con il terzo turno raggiunto sia a Parigi che a Wimbledon nel 2016. Record pari anche nei Master 1000 con 9 vittorie e 9 sconfitte senza aver però mai raggiunto un quarto di finale. Complessivamente nei tornei ATP vanta 62 vittorie a fronte di 48 sconfitte mentre nei challenger (di cui 2 vinti sulla terra rossa), il record è 22-16 che testimonia come sia passato velocemente dai junior ad un livello subito alto. Se ne facciamo un discorso di superfici la % di vittorie è molto simile su cemento, terra ed erba con una distribuzione abbastanza equa di partite giocate sulle 3 (ovviamente meno sull’erba per carenza di tornei). Per la giovane età risulta essere molto positivo il record contro top 100 che è di ben 58 vittorie e 50 sconfitte. Anche contro i Top 10 se l’è cavata molto bene finora con già 4 vittorie (Federer, Wawrinka, Berdych e Thiem) tutte ottenute nelle ultime 5 partite disputate. Nel 2017 ha giocato finora la Hopman Cup e sarà al via nel tabellone principale degli Australian Open. I numeri finora dicono questo. E i fatti cosa diranno??
Per quanto riguarda gli altri tennisti classe 1997, troviamo ben 4 vincitori di Slam Junior oltre Zverev. Il primo a vincere in ordine cronologico è stato il russo Rublev al Roland Garros 2014. Dopo un avvio sfolgorante tra i Pro però, la sua crescita è andata un po’ a rilento con solo 19 posizioni guadagnate in tutto il 2016. Esattamente il contrario di Railly Opelka capace di guadagnare nell’anno solare 2016 la bellezza di 777 posizioni in classifica grazie soprattutto ad un’estate fantastica sul cemento americano. Il gigante stelle e strisce (2,11 m) dopo la vittoria a Wimbledon J. 2015 sembrava aver avuto una battuta d’arresto ma la sua superficie preferita (quasi l’unica a dire la verità) gli ha dato la fiducia giusta per scalare la classifica. Ha un discreto record contro Top 100 (4-5) ma è tutto da scoprire su superfici che non siano il cemento che gli permette di colpire la palla sempre molto alta. L’anno non è iniziato nel migliore dei modi con una brutta sconfitta nelle quali di Happy Valley, ma lo vedremo presto impegnato nelle qualificazioni degli Australian Open (secondo Slam in carriera dopo le quali agli ultimi US Open).
Altro ’97 ad aver fatto un salto triplo in classifica nell’ultimo anno è Alexander Bublik con ben 760 posti guadagnati. Il kazako non ha mai avuto i galloni di “promessa” neppure tra i Junior dove ha raggiunto la posizione 46. Poco alla volta, partendo dai Futures di casa, si è ritagliato il proprio spazio superando spesso le quali nei challenger e nei (pochi finora) tornei ATP disputati come a Mosca dove ha raggiunto addirittura i quarti. Da sottolineare inoltre il record molto positivo, seppur con un campione limitato, contro Top 100: 3-1 con vittorie contro Vesely, Kravchuk e Bautista Agut. Il nuovo anno è iniziato ancora una volta con il passaggio delle quali, questa volta ad Happy Valley ed il giovane tennista si augura di fare lo stesso ai prossimi AO. Qualificazioni australiane superate nel 2016 da Taylor Fritz, il secondo in classifica tra gli U20. L’americano infatti lo scorso anno ha passato tutti e tre i turni preliminari venendo poi sconfitto in cinque Set dal connazionale Sock. Curioso come ciò si sia ripetuto anche agli ultimi US Open sempre con sconfitta in 5 Set da Sock. Fritz, unico altro Top 100 in classifica, ha giocato molto più a lungo di Zverev tra i Junior laureandosi campione del mondo a fine 2015, anno della vittoria agli US Open di categoria. Il cemento è senza dubbio la sua superficie preferita e, come molti coetanei, si trova a disagio sulle superfici più estreme come erba e terra. L’omologazione di cui parlavamo nella prima parte porta purtroppo anche a questo. Negativo anche il saldo tra vittorie (peraltro molte delle quali avvenute ad inizio 2016) e sconfitte nei confronti dei Top 100; addirittura, anche se prevedibile, 0-4 contro Top 10; tutti dati comunque che non sembrano un bel segnale per il futuro del tennista americano. Ovviamente lo vedremo nel main draw di Melbourne fiduciosi che possa smentirci.
Terzo americano del ’97 presente nella nostra tabella è Tommy Paul, campione Junior al Roland Garros del 2015. Paul è l’unico dei tennisti della nostra ricerca ad avere un saldo addirittura negativo tra il ranking di fine 2015 e quello di fine 2016. Moltissime eliminazioni al primo turno di tornei ATP e challenger l’hanno costretto a giugno a tornare ai Futures, fatto che non accadeva da gennaio, ma le cose non sembrano migliorate. Il 2017 è iniziato proprio da un Futures a Los Angeles; nonostante la testa di serie numero 1 è stato immediatamente sconfitto al primo turno lasciando molti molti dubbi sul suo potenziale nel tennis che conta. Per lui niente AO così come per Harris e Munar entrambi collocati oltre la 250° posizione ATP. Per lo spagnolo Munar, a differenza di tutti gli altri, molte partite sulla terra rossa che potrebbero portarlo ad avere una carriera decorosa sfruttando le varie stagioni sul rosso, prima quella sudamericana e poi quella europea. Nelle qualificazioni di Melbourne troveranno invece posto Polmans e Santillan. Il primo, australiano, ha disputato un eccellente 2016 guadagnando oltre 600 posti ATP anche se disputando praticamente solo tornei Futures. Infatti su 85 match totali dell’anno ben 69 si sono svolti proprio all’interno del circuito ITF. Ha quasi completamente abbandonato i match sulla terra che invece aveva disputato con buona continuità nel 2015. Il 2017 è iniziato con una sconfitta al Challenger di Happy Valley; sconfitta occorsa anche al nipponico Santillan, questa volta al Challenger di Bangkok. Akira Santillan prosegue la dinastia del tennis giapponese e con i suoi 180 cm è il giocatore più basso tra quelli selezionati. Gioca il rovescio ad una mano e ha costruito la sua classifica giocando moltissimo in Europa soprattutto in Spagna. A livello ATP ha giocato pochissime partite di cui 5 contro Top 100. Unica vittoria contro Evans nelle quali di Tokyo. In sostanza è ancora un giocatore interamente da scoprire e ne avremo l’opportunità già a partire dalle qualificazioni del primo Slam dell’anno.
1998
Passiamo ora ai giovani tennisti nati nel 1998. Abbastanza a sorpresa non troviamo nessun vincitore di una prova Slam Junior nonostante, mediamente, il livello rispetto ai tennisti di un anno più vecchi sia sensibilmente più alto prendendo come riferimento la classifica ATP alla stessa età. A comandare il gruppo ancora una volta c’è una piccola truppa a stelle e strisce con ben 3 giocatori ai primi 4 posti di questa classifica per età. Curiosamente due di questi 3 giocatori sono di origine afroamericana che rinvigoriscono le gesta illustre dei predecessori Arthur Ashe, Malivai Washington, James Blake solo per citare tre giocatori di diverse epoche. Per i tre yankee il percorso è stato abbastanza diverso. Il più precoce di tutti è stato sicuramente Stefan Kozlov. Già nel 2014 ha giocato anche se perso 2 finali Slam Junior raggiungendo contemporaneamente la posizione 467 del circuito ATP. A questo punto ha deciso di abbandonare già a 16 anni il circuito giovanile per iniziare a competere con i grandi a livello principalmente di Futures e Challenger (25 match tra i Pro solo in quell’anno). Il 2015 non è stato così produttivo in termini di risultati facendolo inizialmente precipitare oltre la 550° posizione. Un buon finale di stagione e un ottimo 2016 lo hanno di nuovo sospinto tra i migliori della sua età e già a ridosso dei primi 100 al mondo. Impressionante la quantità di partite già disputate finora in carriera: 203 ma poche ad alto livello come dimostrano le sole 20 contro top 100. Vedremo se tutte queste partite saranno state una valida palestra o una precoce usura più mentale che fisica.
Leggermente diverso il percorso del numero 1 tra i nati nel 1998 ovvero Francis Tiafoe. Dopo un primo approccio al tennis dei grandi nel 2014, nel 2015 ha giocato con grandissima continuità disputando ben 65 match di cui 41 vinti. Inoltre, a differenza di Kozlov, la sua apparizione nei Futures è stata solo fugace dedicandosi unicamente a Challenger e ATP già a partire dal mese di Aprile. Tiafoe come tutti gli americani ha giocato finora prevalentemente sul cemento dedicandosi nel periodo primaverile ai tornei sulla terra, peraltro quella spesso verde americana che poco ha a che fare con la rossa europea. Il figlio di immigrati della Sierra Leone al momento ha un record abbastanza negativo contro i Top 100 e nessun incontro contro i TopTen. Questo a significare che è ancora da scoprire ad alto livello e che il 2017, con le apparizioni negli Slam e in qualche Master senza partire dalle qualificazioni, potrebbe essere l’anno di svolta in un senso o nell’altro.
Di diverso profilo il cammino del terzo americano, il figlio d’arte Mmoh. Suo padre raggiunse la posizione 105 ATP sotto la bandiera nigeriana, classifica che verrà ben presto superata dal figlio. Nel 2015 si è dedicato solo saltuariamente al circuito Pro partecipando invece a molti tornei Junior con due semifinali a Wimbledon e agli Australian Open. Giocatore quindi particolarmente adatto alle superfici veloci nonostante non abbia un servizio monstre (è alto 1,86) che infatti in media gli permette di incamerare pochi punti da Aces ma oltre il 55% con la seconda. Soltanto 3 i suoi match sul rosso risalenti addirittura al 2015 che lasciano un po’ di perplessità sulla programmazione delle giovani leve americane. Il 2017 è iniziato in maniera positiva con il passaggio delle quali ad Auckland sconfiggendo nel turno decisivo Janowicz e perdendo in tre Set nel tabellone principale con Dustin Brown. Adesso testa agli Australian Open dove ha ricevuto una Wild Card per il tabellone principale grazie alla vittoria nel torneo organizzato dalla USTA.
Sempre agli AO, ma nel tabellone di qualificazione potremo scoprire nuovi talenti come Lee, Tsitsipas, Ruud e Purcell. Il greco Tsitsipas ha avuto, a differenza degli americani descritti, una formazione molto più All Around con una suddivisione quasi equa tra tornei sulla terra e tornei sul cemento. L’avvio è stato abbastanza lento e graduale anche perché ha continuato anche nel 2016 a concedersi molto al tour giovanile come dimostrano le vittorie al Bonfiglio, i quarti raggiunti in Australia e al Roland Garros, le semi di Us Open e Wimbledon, torneo dove peraltro ha vinto il titolo in doppio. Questi risultati gli hanno permesso di chiudere l’anno alla posizione numero 2 Junior e alla 210 ATP, un’accoppiata che non veniva raggiunta da molto tempo. Il greco di madre russa, ha un’invidiabile record finora di 45 vittorie e 10 sconfitte (una però con l’ex top10 Robredo) contro avversari sotto di lui nel ranking che potrebbe significare una certa solidità mentale nell’affrontare i match. Solidità acuita dai numeri ottenuti contro i giocatori di classifica superiore dove ha ottenuto 31 vittorie e 30 sconfitte. Unico tra i suoi coetanei a giocare il rovescio ad una mano ha iniziato l’anno passando un turno al Challenger di Noumea. La posizione numero 2 Junior non è solo una prerogativa di Tsitsipas; anche Casper Ruud, biondo norvegese nato ad Oslo, ha raggiunto la stessa posizione con un anno di anticipo; Se consideriamo che è nato a fine dicembre 1998 un risultato niente male nonostante risultati scadenti nei tornei dello Slam. A livello Senior si è dedicato quasi esclusivamente a tornei Futures sulla terra rossa anche se la seconda parte del 2016 è stata un continuo crescendo con la vittoria al challenger di Siviglia (battendo due Top100) e guadagnando quasi 320 posti solo negli ultimi 4 mesi di competizioni. Molto solido contro avversari di ranking inferiore (solo 3 sconfitte su 22), ha un ottimo 20-12 contro quelli di ranking migliore il che fa ben sperare il popolo norvegese per i mesi a venire.
Anomala invece la situazione dell’australiano Max Purcell. Infatti il nativo di Sydney, dopo una discreta carriera Junior culminata nella semi agli ultimi AO, ha completamente saltato la trafila dei Futures iniziando a giocare (pochissimo) solo nei challenger. Nel 2016 ha disputato soltanto 14 partite in tutto che non gli hanno impedito di aggiudicarsi un torneo Challenger partendo addirittura dalle qualificazioni. Nessuno quindi sa cosa aspettarsi realmente da questo giocatore apparso prepotentemente a all’improvviso nel tennis degli adulti.
Gli ultimi tre ’98 della tabella sono ancora molto acerbi a livello Pro anche se particolare attenzione va prestata al tedesco Wessels, il più giovane vincitore di un match ATP nel 2016.
Un profilo che meriterebbe un articolo esclusivo è sicuramente Lee, il coreano sordo dalla nascita. Chi, con una disabilità che non gli permette di utilizzare un canale sensoriale fondamentale come l’udito, riesce non solo a competere, ma addirittura a raggiungere la posizione 149 da U18 secondo noi ha già vinto!
I PIU’ GIOVANI
Chi ha avuto la pazienza ed il coraggio di arrivare fin qua nella sua lettura, adesso potrà smentirci perché una piccola considerazione soggettiva e sensazionalistica la facciamo: probabilmente è tra questi nomi che si nasconde, o addirittura nascondono, le promesse più cristalline del tennis mondiale. Già perché su 3 nomi ci sentiamo di azzardare un giudizio ed un pronostico estremamente positivo. Denis Shapovalov, Alex De Minaur e Felix Auger Aliassime hanno fatto cose fatte da pochissimi (o nessuno) alla loro età lasciando intravedere un potenziale che non si vedeva da molto tempo.
Shapovalov, nato a Tel Aviv da genitori russi, ha vinto il torneo di Wimbledon Junior lo scorso luglio e si è fatto conoscere al grande pubblico per la vittoria al Master di Toronto contro Nick Kyrgios. Da quel momento ha potuto abbandonare i tornei Futures per dedicarsi ai Challenger dove ha raggiunto una semifinale a Gatineau. Questi risultati lo hanno portato a raggiungere la posizione numero 247 del Ranking ATP. A 18 anni non ancora compiuti in pochi negli ultimi 20 anni della storia del Gioco hanno fatto meglio di lui a fine stagione: Perez Roldan 109 nel 1986, Hewitt 100 nel 1999, Wang 205 nel 2002, Rafa 49 e Gasquet 86 nel 2003, Djokovic 186 nel 2004 e DelPotro 157 nel 2005). Il 2017 è iniziato con una sconfitta al Challenger di Happy Valley e una vittoria al primo turno in quello di Canberra (tra poche ore secondo turno contro Herbert). Al momento fuori per poche posizioni dalle quali di Melbourne vedremo se dirotterà sul torneo Junior oppure continuerà il suo percorso nei tornei Challenger.
Il 2017 è invece iniziato nel miglior modo possibile per Alex De Minaur. Il giovane canguro ha passato le quali al 250 di Brisbane battendo niente meno che Kukushkin e Tiafoe e perdendo onorevolmente da M. Zverev nel tabellone principale. La prossima settimana parteciperà come WC agli Austtralian Open e vedremo se migliorerà ulteriormente il record di 2 vittorie ed una confitta contro Top 100. Inoltre ha già guadagnato 18 posizioni in classifica che unite alle 1226 del 2016 ne giustificano il titolo di promessa.
Può invece considerarsi un recordman un altro canadese, Felix Auger-Aliassime. Il ragazzo con papà originario del Togo ha infatti già stabilito alcuni record seppur nella sua giovanissima carriera: primo giocatore nato nel terzo millennio ad entrare in classifica ATP; più giovane di sempre a superare le qualificazioni in un torneo Challenger e a passare un turno in un torneo Challenger all’età di 14 anni e 6 mesi. Successivamente alla stessa età è stato il più giovane a sfondare la posizione numero 800 dell’ATP ranking. Tutto questo nel 2015 anno del primo trionfo in uno Slam Junior, precisamente il torneo di doppio degli US Open. Torneo di Flushing Meadows che sembra gradire parecchio vista la vittoria, questa volta in singolare dello scorso anno. Soltanto Tomic e Gasquet hanno vinto uno Slam Junior da più giovani. Il 2016 è stato ancora un anno molto dedicato alla carriera Junior con la finale anche al Roland Garros. Questo lo ha portato a non giocare molto tra i grandi e guadagnare “soltanto” 132 posizioni in classifica. Ha chiuso la stagione al numero 620. Djokovic, Murray, Federer e moltissimi altri campioni alla stessa età erano molto più indietro. Certo fa impressione vedere che Nadal era 200 e Gasquet addirittura 136. Parlare di Agassi al numero 70 a fine 1986 sembra poi pura Fantascienza!! Nel 2017 non ha ancora giocato e non ha ricevuto WC per gli AO quindi è prevedibile che vi possa partecipare ancora da Junior.
Buona scoperta e a risentirci tra qualche anno per verificare se abbiamo scelto i nomi giusti.