Il primo semestre del 2016 è andato in archivio con la vittoria di Andy Murray sui prati londinesi di Wimbledon, e la coppa alzata al cielo da parte dello scozzese rimarrà una delle immagini di questa prima metà dell’anno.
Assieme alla sua vittoria, nell’album dei ricordi entrano di diritto le due vittorie Slam di Djokovic (fino a qualche settimana fa il detentore in carica di tutti e 4 i Major), la “combo” Indian Wells e Miami sempre del numero 1 del mondo, il ritorno sul tetto Slam di Serena Williams e le due prime volte di Kerber e Muguruza. Scavando un po’ più a fondo tra le vicende legate al mondo delle racchette ha fatto scalpore la positività al doping di Maria Sharapova, ha commosso l’addio alle competizioni dell’ex numero 1 Lleyton Hewitt, ha deluso il movimento azzurro nelle competizioni individuali e a squadre, ha suscitato interesse l’ascesa di qualche giovane promettente, la next generation che per meriti o per “anzianità” prenderà il posto nel breve-medio termine degli attuali fab four. Thiem e Kyrgios sono quelli con alle spalle i risultati migliori vantando vittorie in tornei 250 e 500; Saville e Peliwo sono le parziali delusioni rispetto alla carriera Junior; Kokkinakis vince la palma del più sfortunato; Coric, Edmund e Pouille sono in cerca del definitivo salto di qualità dopo risultati eclatanti non conditi da continuità ad alto livello. Inoltre non vanno dimenticati i giovanissimi americani Fritz, Tiafoe e Kozlov che, soprattutto nei tornei USA sul cemento, ottengono buoni risultati, ed il canadese Shapovalov, classe 1999, vincitore del torneo di Wimbledon Juniors e già con all’attivo scalpi importanti nei tornei challenger. Il migliore però, per classifica ATP e risultati in rapporto all’età, è stato sicuramente Alexander Zverev, tedesco nato ad Amburgo nel 1997. Classifiche alla mano il giovane Zverev è in linea con gli attuali migliori al mondo alla stessa età. Al momento ricopre la posizione 27 ATP a 19 anni e 3 mesi. Alla stessa età Djokovic era 24, Murray 21, Federer 38, Nadal, il più precoce di tutti, era già issato al numero 2 mondiale. Facendo riferimento ai più illustri connazionali che lo hanno preceduto, Alexander è in ritardo rispetto a Boris Becker (anche lui come Nadal n°2) ma in netto anticipo per esempio nei confronti di Michael Stich (alla stessa età n°785 ATP).
Detto di Alexander, anche confrontato con i miglior tennisti tedeschi degli ultimi 30 anni, possiamo approfondire l’andamento di tutto il movimento tedesco analizzando classifica ed età dei 15 migliori giocatori nel 2001-2006-2011 e 2016.
Il primo aspetto che si può evidenziare è la assoluta mancanza di un top Player in tutte e quattro le annate prese in considerazione. Addirittura nessuno tra i primi 15 al mondo, anche se va detto che Haas nel 2002 scalò la classifica raggiungendo la posizione numero 2. Sembrerebbe, e sicuramente un po’ lo è, un’anomalia per una nazione forte economicamente, con una spiccata cultura sportiva che ha utilizzato molto spesso lo Sport come vetrina e trampolino di lancio. Una nazione che vanta ben 38 titoli Slam di cui 30 nell’era Open. Ma, analizzando meglio questi numeri si può facilmente verificare come 28 titoli siano stati vinti da soli 2 giocatori, Becker e Graf ai quali, se si aggiunge il titolo Wimbledon di Stich nel 1991, otteniamo 29 titoli nel solo decennio 1985-1995. Prima e dopo c’è quasi sempre stato il vuoto seppur con punte di eccellenza cristallina come fu negli anni 30 Gottfried Von Cramm. Ad ulteriore conforto di queste affermazioni, la Germania in tutta la storia della Coppa Davis ha raggiunto solo 4 volte la finalissima vincendone due. Tre di queste finali sono arrivate tra il 1985 ed il 1989 in piena era Becker-Stich, mentre la quarta e unica giocata da giocatori diversi è stata raggiunta e persa nel 1970 (sonoro 5-0 in casa USA).
In altre parole, esclusi tre/quattro giocatori in tutta la storia del gioco, la Germania non ha avuto una tradizione di vertice assoluto come ad esempio Francia, Spagna, USA, Gran Bretagna, Australia. Ha sempre prodotto un buon numero di tennisti, con alcune impennate di lusso straordinarie, sia da un punto di vista della rarità che dei risultati raggiunti.
E’ normale che il post Graf-Becker può essere sembrato un calvario senza fine per gli appassionati allemanni, ma in realtà si è semplicemente ritornati nella normalità del movimento; anzi rispetto al pre Graf-Becker, il post è stato in ogni caso migliore per qualità e quantità di giocatori sia in campo maschile che femminile, benchè si sia dovuto aspettare 19 anni per poter rivincere un torneo dello Slam (precisamente da Australian Open ’97 con Boris a Australian Open 2016 con Kerber).
Spesso si dice che i campioni avvicinano le masse allo Sport in questione innalzando il livello degli atleti successivi. In parte questo è avvenuto, specialmente in campo maschile. Nel 1985 soltanto 3 giocatori tedeschi erano tra i Top 100 (il primo, un Boris Becker diciottenne) si assestava al numero 65. Sedici anni dopo, nel 2001, i “bambini nati negli anni ‘80” cresciuti osservando e divinando le gesta dei grandi campioni di casa, piazzavano ben 8 giocatori tra i primi 100 al mondo. Sicuramente un grande progresso.
Il 2016 di Zverev sta però un po’ oscurando un piccolo calo di risultati della scuola tedesca. I top 100 sono scesi a 6 (erano stati 8 in tutte e tre i precedenti rilevamenti) ed il cut off è estremamente più alto: 309 contro il 135 di soli 5 anni prima. Inoltre 6 dei primi 8 giocatori sono Over 30 e questo non lascia troppo ottimismo in casa tedesca. Certo è che il fuoriclasse (come potrebbe diventare Zverev) nasconde e nasconderebbe i limiti che attualmente sembrano esserci. Del resto quando Becker vinceva tutto o quasi ed il secondo tedesco in classifica si aggirava intorno alla posizione 50 come i vari Jelen, Khunen e Woehrmann, in patria non si stracciavano certamente le vesti.
Comunque, a sostenere i maschietti, ci stanno pensando le donne che stanno disputando un 2016 di alto livello: 8 top 100 con inserimento di alcune ragazze giovani ed interessanti come Beck, Friedsam e Witthoeft tra le prime 100 al mondo. In più, come sottolineato in precedenza, non è da sottovalutare l’effetto volano che i successi di Kerber possono portare al tennis in gonnella tedesco. Solo 10 anni fa, nel 2006 erano soltanto tre le tenniste inserite in classifica tra le migliori 100 giocatrici al mondo con Groenefeld al 16 come miglior giocatrice contro il numero 2 attuale di Angelique Kerber.
Non ci resta che attendere lo sviluppo di Zverev per vedere se ancora una volte una luce abbagliante risplenderà all’interno di un movimento sicuramente di alto livello ma non fenomenale come è ed è stato quello della Germania nella Storia del tennis.