L’autore di questo contributo, ideato dal nostro Michele Pisaturo, è il pedagogista Giovanni Notarnicola, docente presso la Facoltà di Medicina all’Università di Firenze. Notarnicola definisce suggestivamente i fattori basilari per l’apprendimento: ambiente, motivazione, modello, come natura, avventura, perfetta figura.
Motori dell’evoluzione della specie e dell’individuo non possono essere trascurati in ottica didattica. I quattro livelli dell’apprendimento, dovuto, voluto, occasionale, inconsapevole, devono essere ragionevolmente presi in considerazione e analizzati per strutturare un percorso evolutivo funzionale e completo.
Il motore umano che ha trasferito l’uomo faber (prime pietre smussate a utensili; nomadismo in branco), tramite l’homo ludens (primi ornamenti, pitture rupestri ecc.; gruppo unifamiliare) all’homo sapiens (comunità plurifamiliare, prime tecnologie annonarie, accenni di pastorizia, villaggio) e quindi all’homo sapiens sapiens (pastore, agricoltore, pescatore, comunità ultrafamiliare, castellieri di difesa, tecnologie raffinate), è sempre stato forgiato su un propulsore a tre cilindri.
L’uomo si è evoluto fino ad arrivare all’homo “elettronico-cibernetico” contando sui seguenti tre input come propellenti. Il trittico annunciato è stato da me sintetizzato in rima: natura, avventura, perfetta figura.
Per la precisione: una natura affascinante, una avventura coinvolgente, una perfetta figura trainante; in buona sostanza: la savana (natura), la caccia (avventura), il capo branco (la perfetta figura).
Partendo da questo primordiale trinomio, dalle prime utenze espansionistiche dell’umanità possiamo ricordare: l’orizzonte, la conquista, il condottiero, passando per la scoperta dell’America e la tecnologia spaziale si giunge fino a stamani con diversi trittici attualissimi: la montagna, l’escursione, la guida; il campo, la partita, il campione; la scena, il copione, l’attore e quant’altre. Queste presenze stimolanti, puramente energetiche, tradotte didatticamente diventano le basi tematiche del novero dell’apprendimento moderno.
Alla luce di questa affermazione si recepisce facilmente la traduzione (di: natura, avventura, perfetta figura) nel, già citato, attuale trittico di pertinenza didattica, vale a dire: ambiente, modello, motivazione.
A partire dal primo bacio della coppietta di adolescenti sulla panchina dei giardini il nostro apprendimento inconsapevole si basa sull’ambiente (natura), il modello (le altre coppiette già emancipatesi come perfette figura), la motivazione (l’inizio della grande avventura della sessualità).
I quattro livelli dell’apprendimento infatti sono: L’apprendimento DOVUTO (se vuoi la patente impara i segnali stradali), VOLUTO (voglio imparare a suonare la chitarra per fare la serenata alla ragazza che amo), OCCASIONALE (una interruzione stradale mi obbliga a deviare per territori mai visti e che ora conosco), INCONSAPEVOLE (chi vende i giornali alla stazione conosce l’orario dei treni senza che lo “debba” o che lo “voglia” e raramente come fatto occasionale).
L’apprendimento inconsapevole, nel tempo, è quello che si sottrae di più alla eliminazione delle dinamiche apprese, da parte dell’oblio fisiologico. In poche parole: se, pur bambino, vivi le tue giornate con il padre e la madre che fanno il pane, senza volere e senza dovere, impari a fare il pane e non te lo dimentichi più. Pensate alle dinastie di mestiere.
Da padre in figlio, dinastie di sarti, calzolai, fabbri, ecc. con relativi cognomi professionali; oggi le dinastie sono interrotte poiché nella nostra società è sempre più difficile che i bimbi crescano nell’ambiente di lavoro dei genitori.