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Come tutti sapete, le partite di tennis possono avere una durata che va da un minimo di 40 minuti (due set facili) ad un massimo di 5-6 ore (match maschile molto combattuto al meglio dei cinque set). Nel tennis quindi, ci sono diversi tipi di fatica, quella fisiologica, quella mentale e quella tecnico-coordinativa.

Vergauwen nel 1998 aveva evidenziato che in condizioni di affaticamento la precisione e la velocità di alcuni colpi peggiorava, dati in nostro possesso ci dicono che al Rolland Garros del 2014 e del 2015 nei quarti e quinti set, il numero di gratuiti aumenta e quello di procurati e vincenti diminuisce. Di contro, è evidente come nella maggioranza degli incontri si vedano scambi e punti di qualità sopraffina anche negli ultimi game. Questo secondo dato andrebbe ad indicare che l’aumento degli errori gratuiti potrebbe essere dovuto esclusivamente o in parte ad una precisa scelta strategico-tattica da parte dei giocatori.

Di recente un gruppo di ricercatori brasiliani Pereira TJ, Nakamura FY, Jesus MT, Vieira CL, Misuta MS, Barros RM, Moura FA ha analizzato attraverso un software dedicato tutti i tipi di spostamenti, i metri percorsi, le intensità raggiunte in partite maschili ufficiali. I risultati mostrano che i giocatori percorrono nel primo set 1702.4 ± 448.2 m e nel secondo set 1457.6 ± 678.1 m . Non sono state riscontrate differenze significative di tipo di spostamenti, di durata, e di intensità di velocità anche quando a confrontarsi erano giocatori con diverse caratteristiche antropometriche e con diverso stile di gioco. L’unica vera differenza riguardava i metri percorsi ad ogni punto che risultava mediamente di 6.7 m quando il giocatore era al servizio e di 7.7 m quando il giocatore era alla risposta. La conclusione alla quale sono giunti i ricercatori brasiliani è che i tennisti non presentano alcun calo di prestazione fisica dal primo al secondo set.

Nello stesso periodo gli argentini Maquirriain J, Baglione R, Cardey M hanno analizzato la qualità del servizio in quindici incontri maschili conclusisi al quinto set disputati al torneo di Wimbledon (superficie erba) lo scorso anno. La durata media di queste partite è stata di 208.3 ± 28.3 min; nel primo set la velocità media della prima palla di servizio è stata di 177.0 ± 10.2 km/h, mentre nel quinto set è stata di 176.1 ± 11.7 km/h (p = 0,34). Anche tutti gli altri dati che in qualche modo descrivono l’efficacia del servizio sono risultati molto simili, in particolare la percentuale di prime in campo è risultata del 63.1 ± 11.1% nella prima frazione, e 62.3 ± 11.8% nel set decisivo (con un p = 0,78); la percentuale di ace 11.2 ± 9.1% vs 10.0 ± 8.9%, rispettivamente (p = 0,39); la percentuale di colpi vincenti era il 2.6 ± 7.6% nel set di apertura e 1.2 ± 2.2%, al quinto set (p = 0,36); infine la percentuale di doppi falli ad inizio match era del 2.8 ± 3.0%, a fine incontro del 2.8 ± 3.4% (p = 0,97).

MATCH STATS PRIMO SET QUINTO SET P VALUE
Velocità media prima di servizio 177.0 ± 10.2  176.1 ± 11.7 0.34
Percentuale prime in campo 63.1 ± 11.1%  62.3 ± 11.8%   0.78
Percentuale di ace 11.2 ± 9.1%   10.0 ± 8.9% 0.39
Percentuale punti vincenti 2.6 ± 7.6%   1.2 ± 2.2%  0.36
Percentuale doppi falli 2.8 ± 3.0% 2.8 ± 3.4%  0.97

I colleghi argentini concludono la loro indagine sostenendo che i giocatori (30) sono in grado di far fronte alla fatica e/o effettuare regolazioni dell’azione e dei movimenti che permettono di mantenere inalterata la qualità del servizio per tutta la durata dell’incontro.

Va sottolineato che sull’erba di Wimbledon il tempo effettivo di gioco è inferiore al 20%, e quindi questi dati sono tutt’altro che sorprendenti. Sono sicuro che i colleghi argentini hanno già raccolto anche i dati delle altre prove dello Slam e che quindi fra qualche mese potremo fare ragionamenti più raffinati.

Mentre i dati raccolti dai colleghi brasiliani meritano qualche approfondimento. Quello che appare evidente è che il tennis al meglio dei due set è uno sport diverso da quello giocato al meglio dei cinque set e che il tennista professionista è in grado di distribuire con molta sagacia lo sforzo che sta compiendo e che questo sforzo per atleti ben allenati è più di carattere mentale che fisiologico, anche perché il giocatore di tennis per produrre la sua performances utilizza esclusivamente il sistema anaerobico alattacido e quello aerobico ma di questo parleremo diffusamente in un altro momento.

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