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Riprendiamo l’analisi delle principali scuole di tennis analizzando i dati dei primi 15 tennisti di ogni nazione. Eravamo rimasti al termine della prima parte con paesi che nel 2001 godevano di ottima salute, altri alla ricerca di un’identità precisa e qualcuno con non pochi problemi da risolvere nei propri percorsi formativi.
Nel 2006 e nel 2011 i dati raccolti sono i seguenti:

TAB 2006

TAB 2

I numeri confermano in modo inequivocabile come i paesi dell’ex Jugoslavia e dell’ex URSS siano a pieno diritto tra le nuove potenze del tennis mondiale con una classifica media in continua e decisa diminuzione. In 10 anni l’ex Jugoslavia ha dimezzato la media (da 352 a 171 e poi 137,3) con ben 6 giocatori tra i primi 100; bisogna però considerare che quasi tutti i 15 giocatori presi in esame provengono da tre sole nazioni: Serbia, Croazia e Slovenia. Rimane ancora un po’ alto il cut off (303, ma la velocità con la quale si sono prodotti questi numeri lascia prevedere che anche questo valore continuerà ad abbassarsi). Anche i valori medi dei paesi dell’ex URSS si sono dimezzati (da 115 a 63,7) soprattutto grazie a paesi come Lituania, Lettonia, Bielorussia ed Ucraina.

Fino al 2001 invece quasi tutti i giocatori provenivano esclusivamente dalla Russia. In forte diminuzione anche la classifica media dei giocatori provenienti dall’estremo Oriente (da 406,6 a 269,3) che giustifica l’inserimento di quest’area geografica nel nostro studio. Infatti, pur avendo vinto un solo titolo dello Slam con la cinese Na Li, i numeri potenziali, le risorse economiche e la tradizione (specialmente quella giapponese) fanno pensare ad una possibile esplosione che attualmente è però lontana dal mostrarsi al mondo intero. La Cina, in particolare, fatica a proporre atleti maschi di alto livello nonostante investimenti importanti anche nel reclutamento di allenatori “occidentali”.

Altre nazioni che hanno lavorato bene nelle proprie scuole tennis negli anni ‘80 e ‘90 sono, leggendo questi numeri, Brasile, Francia, Germania e Spagna. Il dato relativo alla nazionale iberica è impressionante: media ATP 44 con ben 14 giocatori tra i primi 100 ed il quindicesimo al numero 111; si potrebbero fare tre squadre di Davis tutte competitive.

Anche la Francia raggiunge livelli altissimi a livello di scuola, benché manchi la punta di diamante capace di infilarsi tra i primi tre-quattro giocatori al mondo. Quasi identico discorso per la Germania: media bassa, cut off al 135 ma numero 1 di casa soltanto al numero 32 della classifica ATP (Kohlschreiber). Per chi ha avuto Becker, Stich, la Graf e Haas si potrebbe quasi parlare di piccola “crisi”.

Il passo del gambero e la maglia nera sono senza ombra di dubbio da attribuire all’Australia: oltre 60 posti persi nella media ATP, numero 1 che passa dal 7 (Hewitt) al 64 (sempre Hewitt) unico giocatore a figurare nei primi 100. Una dose di casualità ci può essere, ma non si può dire che negli anni ’90 l’Australia abbia lavorato bene come scuola dell’arte e della scienza del gioco.

Altre due nazioni ospitanti tornei dello Slam nonché principali “fornitrici” del numero più alto di vincitori/trici Slam, ovvero USA e Gran Bretagna, non possono certo essere soddisfatte del lavoro svolto nelle proprie scuole e accademie. Rimangono stabili Argentina, Italia e Belgio, mentre sembra in caduta libera la piccola grande Svizzera. Sempre che si possa parlare di caduta libera di una nazione che può annoverare Federer e Wawrinka, ma se parliamo di numeri più ampi non c’è praticamente nessuno.

Tornando per un istante all’Italia la tendenza rimane quella di 10 anni prima, una buona media complessiva (171,1), il nostro n°1 sempre piuttosto lontano dai vertici (Volandri 31 nel 2006 e Starace 47 nel 2011) con un’età media piuttosto alta (27,3). Preoccupa e non poco il numero di giocatori Under 21 presenti in classifica: 0 dopo l’unico (Bolelli) del 2006. Qualche dubbio sulla formazione attuata negli anni ‘90 rimane.

A farci compagnia in questo non invidiabile primato anche due nazioni importanti come Spagna e Germania. La Germania continua a lasciare quel senso di piccola crisi che i numeri legati alle classifiche dei propri giocatori avevano lasciato. La Spagna è sicuramente una sorpresa. I numeri spaventosi in termini di posizioni in classifica non favoriscono certo l’inserimento di ragazzi molto giovani tra i primi 15 del proprio paese (vorrebbe dire essere dei top 100), ma per i propri standard non è certamente un bel segnale.

Di natura opposta i numeri di Australia, Gran Bretagna e Est Asia. Ribadiamo che è più facile per un giovane essere tra i primi 400 ATP che non tra i primi 200, ma il segnale dato da questi Paesi è molto forte soprattutto per quanto riguarda Australia ed Estremo Oriente che avevano già visto un sensibile miglioramento a livello di classifica ATP. Vediamo ora se qualcuno di questi giovanotti (Tomic, Millman, Kelly, Ward, Cox, Zhe Zhang, Moriya, Nishikori, Cox, Bedene, Wang, Di Wu, Yong Kyu Lim) ha mantenuto le promesse nel 2016.

TAB 2016

Rispondiamo alle domande fatte precedentemente: la crisi della Germania è reale? Australia, Gran Bretagna ed estremo Oriente hanno saputo trovare dei potenziali campioni tra i propri giovani? Gli ex paesi comunisti continuano la loro marcia trionfale? La Spagna sta effettivamente soffrendo un ricambio generazionale? La risposta a tutte queste domande sembra essere un grande, ma proviamo a leggere più attentamente qualche numero.

Partiamo innanzitutto dall’Italia. Un piccolo miglioramento c’è, anche se permangono alcune criticità legate soprattutto a due fattori: l’età media sempre molto alta e la classifica del nostro numero 1 che rimane stabile attorno alla trentesima posizione (seppur Fognini sia già arrivato anche nei top 20). Aumenta il numero dei giocatori inseriti nei primi 100 (5 di cui 3 over 30) e troviamo un giocatore Under 21 (Donati al 248) al quale fanno compagnia altri giovani come Cecchinato e Caruso (23 anni per entrambi). Molti giocatori si affacciano per la prima volta tra i migliori 15 nazionali (fatto accaduto spesso) e questo meriterà un’analisi più accurata in futuro sempre in queste pagine.

Un approfondimento lo meriteranno anche Spagna e Francia. Sta terminando un’epoca? Entrambe le nazioni non hanno nessun Under 21, la classifica media peggiora, seppur di poco, e l’età media si è innalzata sensibilmente arrivando al preoccupante 30,6 degli iberici. Aspettiamoci nel prossimo lustro sempre meno giocatori di queste due nazioni ai vertici. Ne riparleremo in modo accurato nelle prossime settimane.

La crisi della scuola tedesca degli anni ’90 e 2000 ha portato i suoi non certo apprezzabili frutti. Classifica in picchiata e soli 3 giocatori top 100 a discapito degli 8 di 2006 e 2011. Ironia della sorte, all’interno di questo che sembra un incubo tennistico, un raggio di luce, un lampo che potrebbe issarsi, perché no, anche al numero 1 mondiale porta il nome di Alexander Zverev. Non male!

Anche i Paesi sudamericani non sembrano essere messi molto bene, non solo per non avere attualmente giocatori di altissimo livello, ma anche per le età medie delle due nazioni che non lasciano presagire un ritorno immediato di possibili e futuri campioni Slam.

Chi, invece, sta raccogliendo il frutto degli sforzi precedenti a livello didattico sono sicuramente gli USA e l’Australia. Già adesso le classifiche stanno migliorando anche sensibilmente, ma è soprattutto l’età media ed il numero di teenager o poco più, a far sorridere i sostenitori a stelle e strisce e dell’isola pacifica. Kyrgios, Kokkinakis, Thompson, Jasika, Fritz, Donaldson e Rubin si stanno già imponendo al grande pubblico con altri giovanissimi rampanti appena dietro di loro come Tiafoe e Kozlov.

I paesi dell’ex Unione sovietica e slavi continuano nell’incessante produzione di talenti. Oltre a quelli già affermati che sono sulla bocca di tutti continuano a lanciare promesse dimostrando un’attenzione particolare alla formazione dei più giovani, al loro reclutamento ed inserimento tra i pro. Coric, Kachanov e Rublev sono nomi sui cui val la pena scommettere. L’età media è leggermente aumentata perché i nati negli anni ’80 e primi ’90 stanno concretizzando gli sforzi precedenti ma la costante presenza di almeno due Under 21 nei propri Best fifteen non lascia dubbi sul futuro di queste scuole tennistiche.

Anche il Belgio sta progressivamente migliorando cercando di ritornare alle grandezze iniziali (quinta nazione in assoluto a partecipare alla Coppa Davis nel 1905) con un David Goffin capofila degli eredi di Rochus e Malisse.

Eredi che invece non sembrano avere Roger e Stan the Man in campo elvetico. Tra qualche anno il testimone passerà esclusivamente alle donne con Bencic a tentare di avvicinarsi alle vittorie dei due illustri connazionali. Tra gli uomini non sembrano esserci possibilità di top 50 nei prossimi 5 anni con il diciannovenne Bellier solamente al numero 637 ATP.

In attesa di ulteriori approfondimenti sui singoli paesi, concludiamo con una curiosità. Solo 4 giocatori hanno attraversato questo terzo millennio sempre presenti in classifica tra i primi 15 giocatori del proprio paese: Robredo, Youzhny, Chiudinelli e Federer. La qualità non ha tempo!

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