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La Florida è conosciuta come “Sunshine State”, lo stato del sole che splende. Una terra calda e luminosa, perfetta per le vacanze e per praticare ogni tipo di sport. Ricordo come fosse ieri le partite giocate all’Orange Bowl a Miami, il campionato mondiale juniores individuale e più ancora quelle giocate a Delrey Beach nella Sunshine Cup, il campionato del mondo junior a squadre per nazioni.

In quei primi anni ottanta l’ex campione americano Butch Buchholz era a capo dell’ATP e si aggirava per il Laver’s International Tennis Resort di Delrey Beach, il luogo per l’appunto in cui noi giovani stavamo gareggiando. Non di rado si poteva ammirare Buchholz tirare qualche palla, addirittura con la leggenda del tennis Rod Laver che era il padrone di casa.

Per chi ama il tennis non è possibile chiedere oltre alla provvidenza, sottolineava l’amico Claudio Colucci factotum del Resort e delle iniziative immobiliari che stavano sorgendo in quella sede. Si trattava di un momento di grande sviluppo, di idee, di progetti. Proprio in quegli attimi, tra una palla e l’altra, sentii parlare dell’iniziativa di un grande torneo professionisti che avrebbe avuto luogo proprio a Delrey Beach.

Poco tempo dopo Butch Buchholz, interpellando ATP e WTA, realizzò il più grande torneo professionisti americano, in quel momento secondo solo agli US Open. Il primo sponsor fu la Lipton e l’evento fin dalle origini prevedeva sia gare maschili che femminili. L’intento di Buchholz era quello di rendere il torneo il primo appuntamento di spicco dell’anno, dato che al tempo gli Australian Open si disputavano a fine stagione nel mese di dicembre.

Dunque nel 1985 partì l’iniziativa alla quale, in campo maschile, aderirono ottantasei dei primi cento giocatori del mondo. Buchholz arruolò come giudice arbitro addirittura il referee di Wimbledon, il mitico Alan Mills. Il ruolo di direttore del torneo fu però assegnato Ted Tinling, personaggio particolare noto nell’ambiente quale designer di moda degli abiti delle giocatrici. Nato nel 1910 in Inghilterra apprese l’arte del gioco in Costa Azzurra in quel di Cannes dove si allenava la “Divina” Suzanne Lenglen. Negli anni cinquanta, sessanta e settanta, tutte le campionesse di Wimbledon indossavano i capi di Tinling, il quale apportò all’iniziativa di Buchholz un’impronta e uno stile raffinato.

Nel 1986 il torneo cambiò sede per trasferirsi da Delrey Beach a Boca Raton. L’anno successivo l’evento si mosse nuovamente verso Miami e più precisamente verso Key Biscayne, località dove attualmente si svolge la manifestazione, il Sony Open Tennis. Nel tempo la formula delle gare maschili si è adattata alle esigenze televisive, passando dalla distanza dei cinque set a quella dei tre per gli incontri finali.

La prima edizione fu vinta da Tim Mayotte tra gli uomini e da Martina Navratilova tra le donne. A questi campioni si sono susseguiti nell’albo d’oro altri fenomenali numeri uno come Lendl, Wilander, Agassi, Courier, Sampras, Federer, Djokovic in ambito maschile. Evert, Graf, Seles, Sanchez, Hingis, Clijsters, Venus e Serena Williams in quello femminile. Negli uomini il tennista che vanta più corone è Andre Agassi con sei titoli, mentre nelle donne primeggia Serena Williams con otto.

Per la cronaca è interessante sapere che i vincitori più giovani sono stati rispettivamente Novak Djokovic attuale detentore del titolo, quando era diciannovenne e Monica Seles all’incredibile età di sedici anni.

Ciò nonostante, il torneo di Miami ha dato i natali anche a una delle rivalità più floride dell’intera storia del gioco. Scopriamola.

Nel 2004 Roger Federer era diventato da qualche mese il nuovo monarca del tennis mondiale e nel terzo turno di Miami doveva affrontare un giovane spagnolo emergente. Roger chiese informazioni sull’avversario, un diciassettenne dal tennis mancino che faceva di nome Rafael Nadal. Alcuni addetti ai lavori dissero a Roger che se in futuro avesse dovuto guardarsi le spalle, avrebbe dovuto farlo proprio da questo ragazzino proveniente dall’isola di Maiorca.

Il giorno arrivò e nello stupore generale vinse Rafael in due set filati col punteggio di 63 63. Stupore che aumentò ancor più l’anno successivo quando sempre al torneo di Miami i due si affrontarono per la seconda volta. E ancora due set a zero per Nadal. Tuttavia, questa volta la questione presentava una sostanziale differenza, dato che due set a zero non rispondevano alla conclusine della partita. L’incontro era la finale del torneo che si disputava sulla distanza dei cinque set. Pertanto Federer, dopo aver visto le streghe, vinse il terzo set sul filo di lana al tie-break, spiccando così il volo nei successivi parziali aggiudicandosi il titolo.

Di li a poco nella semifinale del Roland Garros parigino i duellanti si ritrovarono per la loro prima sfida slam. Il resto è leggenda.

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