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L'epicondilite, tennis elbow o gomito del tennista dovrebbe essere definita epicondilalgia omerale perché è un processo degenerativo dei tendini che si inseriscono nel gomito, in dettaglio sull'epicondilo laterale e non come molti ancora credono una infiammazione. Fra gli sportivi più colpiti ci sono tennisti, giocatori di squash e badminton, lanciatori di peso, disco, giavellotto e schermidori.

In questo articolo cercherò di riassumere il lavoro di due gruppi di colleghi. Il primo appartiene all’Institute of Motion Analysis and Research (IMAR), TORT Centre, Ninewells Hospital and Medical School, University of Dundee, UK. Questi ricercatori, in un recente studio che potete leggere in forma estesa al seguente link https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4950282/ , hanno esaminato un gruppo di tennisti di club. Il protocollo randomizzato, prevedeva che questi giocatori utilizzassero diverse racchette con diverse tensioni colpendo solo di rovescio. Tutti i giocatori, 17 maschi e 3 femmine, utilizzavano il rovescio ad una mano. In conclusione del loro lavoro, i colleghi del Regno Unito sono riusciti a dimostrare che maggiore è la tensione delle corde maggiori sono le sollecitazioni/vibrazioni che vengono registrate al gomito.

Un altro gruppo di ricercatori questa volta francesi, hanno verificato che maggiore è la tensione del grip di presa della racchetta e più elevate sono le vibrazioni/tensioni che sono trasmesse al gomito.

E’ noto da molti anni che il gomito del tennista dipende da molti fattori ma che alcuni sono più importanti di altri. Nell’ordine, le abilità tecniche, è evidente che più un giocatore è in grado di colpire la palla con efficacia ed efficienza, trasferendo la spinta degli arti inferiori all’attrezzo evitando di sbracciare in malo modo, meno saranno le probabilità che possa essere colpito da tennis elbow. Ne è prova che questa patologia è più diffusa tra i giocatori di club che giocano poche ore la settimana piuttosto che tra i giocatori professionisti che si allenano e gareggiano molte ore al giorno. Da oggi sappiamo che anche la tensione delle corde e la forza con la quale si stringe la racchetta possono influenzare questa sindrome. Ci sentiamo quindi di formulare alcuni suggerimenti. Un tennista principiante dovrebbe iniziare la sua attività utilizzando una racchetta con un manico un po’ più grande di quello da lui ritenuto ideale. La racchetta dovrà avere una buona massa (non super leggera) con un baricentro molto spostato verso il manico, con un ovale non al di sotto dei 100 inch e una tensione delle corde mai superiore ai 24 KG. Al giocatore principiante consigliamo anche di utilizzare per le sue attività palline depressurizzate. Per tennisti di club che giocano due tre volte a settimana consigliamo di usare attrezzi che pesano all’incirca 300 gr con tensioni non superiori ai 24 KG scegliendo fusti non troppo rigidi, con un piatto di almeno 95 inch e con un manico abbastanza grande da impedire una presa troppo forte. A questi tennisti consigliamo di utilizzare palle in ottimo stato e di evitare continui cambi di racchetta/tensione delle corde. Per tennisti agonisti , consigliamo in primis di non scegliere l’attrezzo per moda o per scimmiottare il tennista preferito. Chiedete consigli più ad un negoziante esperto che a un maestro di basso profilo. Non passate troppo presto a racchette da adulti, i nostri migliori allievi hanno giocato con racchette junior di qualità sino a 12 anni e nessuno di loro ha mai avuto problemi di tennis elbow. Rinforzate i muscoli dell’avambraccio e fate esercizi di allungamento specifici. Tecnicamente dovrete porre tutta la vostra attenzione affinchè i vostri colpi siano spinti dagli arti inferiori e controllati da quelli superiori. Per il resto quello consigliato a principianti e giocatori di club è un mantra anche per i più allenati.

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