La cesura fra la prima e la seconda settimana dei “Championships” viene notoriamente scandita dal famigerato “Maniac Monday”, preludio del momento storico più rilevante del panorama tennistico, soprattutto per via della narrativa destinata ai postumi ed al consolidamento della secolare tradizione archivistica dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club, idolatrata e adorata dalla memoria collettiva degli appassionati. A forgiare ulteriormente il sacro mantra di Wimbledon si sono aggiunti gli incontri femminili di ottavi e quarti di finale.
Incominciamo dai primi, che hanno visto contrapposte molte tra le plausibili contendenti al titolo. Tra queste rientravano sia la numero 1 del mondo Angelique Kerber e la numero 15 Garbine Muguruza. Entrambe hanno avuto l’onore di disputare una finale a SW19, rispettivamente nel 2015 (Muguruza) e 2016 (Kerber), perdendo in tutt’e due le occasioni dalla grande assente di quest’edizione, cioè Serena Williams. Come da pronostico la partita si è rivelata un concentrato di emozioni fortemente intriso di un’intensa muscolarità da fondo campo, peculiarità condivisa dalle contendenti in lotta. Il fattore determinante è stato senza dubbio la maggiore propensione al rischio della spagnola, tramutatasi in un’elevata percentuale di discese a rete che hanno fortemente destabilizzato la trama difensiva della teutonica. Il risultato (4-6 6-4 6-4) non a caso ha premiato il maggior coraggio della Muguruza, che accede così ai quarti di finale e disarciona la vetta della classfica WTA dalle mani di Kerber. Un’altra partita molto attesa ha visto opposte Simona Halep, semifinalista nel 2014, alla rientrante Victoria Azarenka. La rumena era attesa ad una pronta riscossa, considerato l’esito nefasto della finale del Roland Garros persa contro Jelena Ostapenko, nonostante si fosse ritrovata in vantaggio per 6-4 3-0. La bielorussa, invece, archiviata la gravidanza, è ritornata a far parlare di sé grazie a delle prestazioni importanti contro CiCi Bellis, Elena Vesnina e Heather Watson. La curiosità in merito all’incontro sopracitato adornava un contesto già fermentato di grandi aspettative. Alla fine sarà la numero 2 a prevalere con il punteggio di 7-6 6-2. A seguire si sono disputati gli incontri tra Venus Williams e Ana Konjuh, vinto dalla statunitense per 6-3 6-2; tra Jelena Ostapenko e Elina Svitolina, vinto dalla lettone per 6-3 7-6; tra Svetlana Kuznetsova e Agnieszka Radwanska, vinto dalla russa per 6-2 6-4; tra Magdalena Rybarikova e Petra Martic, vinto dalla slovacca per 6-4 2-6 6-3; tra Johanna Konta e Caroline Garcia, vinto dalla britannica per 7-6 4-6 6-4 e tra Coco Vandeweghe e Caroline Wozniacki, vinto dalla statunitense per 7-6 6-4.
Focalizziamo adesso la nostra attenzione sui match di quarti di finale.
Per certi versi è stato sorprendente riscontrare una tale unilateralità nei confronti diretti, quando in molti si sarebbero aspettati partite emotivamente più avvincenti e coinvolgenti. L’unica ad aver rispettato gli auspici della vigilia è stata quella tra Simona Halep e Johanna Konta. Le due giocatrici hanno dato vita ad una tra le più belle partite di questo 2017, animate da repentini colpi di scena e capovolgimenti di fronte improvvisi. Dopo essersi portata avanti di un set, la rumena sembrava destinata ad un’inesorabile vittoria, ma l’ambiente ostile, che caldeggiava a favore della propria beniamina ha reso possibile la rimonta e la successiva vittoria della britannica (6-7 7-6 6-4). Molto intrigante si prospettava lo scontro generazionale tra la giovane Jelena Ostapenko, fresca vincitrice del Roland Garros, e Venus Williams, 5 volte vincitrice di Wimbledon. La maggior esperienza della statuintense nel calcare palcoscenici di questo tipo, però, ha avuto la meglio in quest’occasione (il risultato recita 6-3 7-5 in suo favore), anche se è lecito attendersi da qui in avanti una lenta quanto costante progressione della diciannovenne di Riga nei tornei che contano. A concludere il programma sono stati gli incontri fra Garbine Muguruza e Svetlana Kuznetsova (conclusosi con la vittoria della prima per 6-3 6-4) e fra Coco Vandeweghe e Magdalena Rybarikova (conclusosi con il successo della seconda per 6-3 6-3). In semifinale si presentano, dunque, i seguenti accoppiamenti: Muguruza vs Rybarikova; Williams vs Konta.