Si è conclusa nella notte la prima scoppiettante parte del primo Slam stagionale, che ha chiuso anche la parte bassa dei tabelloni, delineando gli atleti e le atlete mostratisi meritevoli di accedere agli ottavi di finale.
Cominciamo, come consuetudine, ed in particolare da Serena Williams, decisa a riscattare un 2016 per lei avaro di titoli Slam e che l’ha vista spodestata dal trono di numero uno del mondo.
L’avversaria chiamata a fronteggiare l’americana è stata la connazionale Nicole Gibbs, classe 1993 numero 92 del ranking mondiale.
Un match di cui in realtà non vi è molto da dire, dominato completamente dalla Williams che ha fatto il bello ed il cattivo tempo, senza mai lasciare modo all’avversaria di organizzare una controffensiva.
Una Gibbs mostratasi ancora immatura, tennisticamente parlando, per competere a questi livelli contro una super campionessa del calibro di Serena: il 41% di punti vinti sulla seconda, il 52% sulla prima, il 30% di punti vinti in risposta ed i 21 errori non forzati, a fronte dei soli 9 vincenti, sono numeri che non lasciano spazio ad interpretazioni e che hanno condannato la ventitreenne, in appena un’ora, ad un severo 6/1 6/3.
Altrettanto poco equilibrata anche la partita che ha visto contrapposte l’ex numero 1 del mondo Caroline Wozniacki e la britannica, testa di serie numero 9, Johanna Konta.
Konta in grande spolvero ed in grande ascesa; riesce ad alternare fasi di manovra e di costruzione ad un tennis decisamente aggressivo, coprendo e sfruttando notevolmente tutte le zone del rettangolo di gioco.
La danese, di contro, non è riuscita a far valere le sue doti atletiche e difensive, lasciando il pallino del gioco prevalentemente in mano all’avversaria; impietosi sono anche i numeri sulla seconda di servizio, dato che, non lo sottolineeremo mai abbastanza, è tra i più rilevanti nella dinamica di un match, così come il bilancio dei vincenti, 31 a 6 in favore della britannica.
Konta che, continuando così, potrebbe rivelarsi la piacevole sorpresa di questa stagione ancora verde; in attesa di vedere cosa le riserverà il futuro, per ora si dovrà “accontentare” dell’accesso agli ottavi di finale, anche per lei 6/3 6/1 il punteggio, dove ad aspettarla vi sarà la temibile russa Makarova.
Molto più avvincente è invece stato l’incontro tra la finalista 2014 Dominika Cibulkova e la testa di serie numero 30 Ekaterina Makarova, vinto per l'appunto a sorpresa da quest’ultima, dopo quasi 3 ore di gioco.
Primo set dal punteggio piuttosto netto a favore della russa, parsa più incisiva e concreta nel finalizzare le occasioni create; una Cibulkova un po’ contratta che concede per ben 3 volte il proprio servizio all’avversaria, ciò che le costa il set per 6 giochi a 2.
Da quel momento l’incontro si è trasformato in una vera e propria battaglia; secondo parziale in cui alla potenza della russa, la vincitrice delle WTA Finals ha contrapposto il proprio “rottweiler instinct”, la tenacia che la contraddistingue e che la porta a non mollare mai nemmeno un 15, per quanto disperata possa essere la situazione di punteggio.
Sottoposta a maggiori spostamenti la Makarova viene costretta, in parte, fuori dalla propria comfort zone e dopo essersi portata sul 4-1, ad un passo dalla vittoria, lascia spazio alla manovra della slovacca, che le recupera il doppio svantaggio subito nei primi due games e riporta la partita in parità, aggiudicandosi il tie-break.
Terzo e decisivo set aperto ancora una volta con un break a favore della russa che, ancora una volta, si fa rimontare immediatamente. Makarova che però non ci sta alla beffa e, malgrado la Cibulkova provi in tutti i modi a metterla alle corde, riesce a mantenere il controllo degli scambi, spezzando il palleggio dell’avversaria grazie alle ottime progressioni verso la rete.
Sarà un dritto schiantatosi sul nastro della numero 6 del mondo a decretare, al limite delle tre ore, la fine della partita a favore della Makarova, la quale conquista così gli ottavi di finale, imponendosi col punteggio di 6/2 6/7 6/3.
Segnaliamo infine la belle ed inaspettate vittorie di Gavrilova e Brady, ottenute rispettivamente ai danni della svizzera Bacsinszky e della testa di serie numero 12 Elena Vesnina.
Chiudono il programma femminile la lettone Ostapenko e la numero 5 del mondo Karolina Pliskova, contrapposte in un match che ha visto la ceca qualificarsi solo al terzo set, vinto per 10 giochi ad 8.
Passiamo ora al tabellone maschile, per il quale registriamo la partita senza dubbio più bella di giornata e forse del torneo (fino ad ora), ovvero quella che ha visto la promessa Alexander Zverev affrontare il toro di Majorca, Rafael Nadal.
Un incontro assolutamente entusiasmante che ha visto contrapposti due stili di gioco in linea di principio differenti: da una parte troviamo la caparbietà di Nadal, un tennis ordinato e logorante, di chi, come un pugile, lavora ai fianchi l'avversario per poi, al momento giusto, rifilare il colpo del knockout; dall’altra un tennista completo, sorprendentemente agile a dispetto della stazza, capace di sostenere grandi scambi, così come di sfruttare le accelerazioni ed il servizio, uno dei pochi classe 90’ in grado di mostrare un gioco a rete efficace e convincente.
Match dominato dall’equilibrio, in cui si sono alternati momenti di braccio di ferro serrato ad altri in cui il punto si è giocato sull’uno-due o diretto sul servizio.
Alla fine dopo 5 set ed oltre 4 ore di gioco sarà Rafa a spuntarla, 4/6 6/3 6/7 6/3 6/2 il punteggio, ma al di là del risultato, quest’incontro fornisce due importanti elementi di riflessione: il primo è che Zverev, dopo l’ottimo 2016, prosegue la sua crescita e sembrano essere maturi i tempi per un possibile assalto alle prime 10 posizioni in tempi brevi; la seconda è che chi credeva che la bomboletta del gas di Nadal si fosse esaurita dovrà ricredersi.
La prestazione odierna dell’ex numero uno del mondo ha mostrato una crescita rispetto alle ultime, deludenti, stagioni; il majorchino sembrerebbe aver ritrovato la fiducia e, conseguentemente, il proprio tennis. Non è quindi da escludere il suo nome tra i papabili favoriti per la vittoria finale e per un prepotente rientro tra i primi 4 della classe.
Chi invece ha già raggiunto nel corso dell’anno passato l’obiettivo top ten è l’austriaco Dominic Thiem, tra i tennisti più promettenti del panorama tennistico, protagonista oggi di una bella vittoria ai danni del francese Benoit Paire.
Sebbene continui a perdere terreno, mantenendo, a nostro avviso, un po’ troppo lontano dalla linea di base l’azione di gioco, la concretezza, l’esplosività atletica, nonché la completezza tecnica ed il carattere del classe 1993 hanno fatto la differenza a discapito del talento del francese, cristallino, ma non sempre continuo ed efficace.
Ciononostante merita la sufficienza Benoit Paire, riuscito pure a strappare un set al numero 8 del mondo; costretto comunque a cedere, in circa 2 ore e 30 di gioco, dinnanzi alla fame dell’austriaco, il quale strappa un biglietto per gli ottavi con il punteggio di 6/1 4/6 6/4 6/4.
Da segnalare anche le convincenti prestazioni di Milos Raonic e Gael Monfils, vittoriosi rispettivamente ai danni del francese testa di serie numero 25 Gilles Simon (ottima prova di maturità da parte del canadese, sempre più protagonista) e del tedesco Kolschreiber.
Chiudono la sesta giornata, ormai a notte fonda, due artisti del rovescio ad una mano, quali Grigor Dimitrov ed il francese Richard Gasquet.
Talento precoce e da tutti riconosciuto, Dimitrov esplode nel corso del 2014, anno in cui riesce a raggiungere i quarti qui a Melbourne, le semifinali ai Championship, nonché l’ottava posizione nella classifica mondiale.
Dopo quell’annata straordinaria il bulgaro sembrava aver smarrito la retta via; poca serenità e confusione nel rettangolo di gioco che lo hanno fatto precipitare sino all’attuale ventesima posizione.
Con l’aiuto del nuovo allenatore Franco Davin, ex tennista argentino, il “baby Federer” è chiamato a cancellare con i risultati le ultime, pessime, stagioni; giunto all’età di 26 anni è probabilmente arrivato il momento di mantenere quelle promesse fatte al mondo del tennis ormai quasi 8 anni fa.
Partita che ha visto il francese subire l’azione dell’avversario per quasi tutta la sua durata; dopo aver salvato ben 4 palle break nei primi 2 turni di servizio, Gasquet riesce ad acquisire un vantaggio; un vantaggio che però vedrà svanire immediatamente nel game successivo.
Mette il turbo il bulgaro, in grande spolvero, mostrando un tennis tanto piacevole alla vista, quanto efficace nell’azione strategico tattica.
Un troppo falloso Gasquet e mai incisivo verrà poi costretto a levar bandiera bianca in soli tre set; per 6/3 6/2 6/4 è dunque Dimitrov ad aggiungere l’ultimo tassello che delinea il quadro degli ottavi di finale Australian Open 2017.