La giostra del tennis professionistico procede a marce forzate verso l’appuntamento clou dell’estate, l’Open degli Stati Uniti che aprirà i battenti il prossimo 29 agosto.
Mentre a Rio De Janeiro i tornei Olimpici di tennis volgono al termine, il circuito maschile e femminile si sposta sul cemento americano, più precisamente in Ohio dove si disputa l’evento combined di Cincinnati, Master 1000 per quanto riguarda la competizione maschile, Premier 5 il corrispettivo femminile.
A onor del vero il Western & Southern Open si disputa sui campi in cemento di Mason, una cittadina che dista 35 chilometri da Cincinnati: il torneo si è trasferito nella location odierna nel 1979 ma, nonostante ciò, ha mantenuto la denominazione di Cincinnati Master, in memoria della località che ospitava precedentemente la competizione; anche la superficie di gioco è cambiata, passando dalla tipica terra verde Nordamericana Har-Tru al cemento Deco-Turf, lo stesso terreno sul quale si disputanoo gli US Open nell’impianto di Flushing Meadows.
Tornando ai giorni nostri, il Cincinnati Master come detto è stato preceduto dal torneo Olimpico, una rassegna che ha offerto –a dispetto di quanti continuano a credere che l’Olimpiade del tennis sia poco più che un evento di esibizione- notevoli spunti di riflessione e altrettante sorprese che potranno essere confermate o meno sul cemento dell’Ohio.
Tra le sorprese in campo maschile non possiamo non citare la sconfitta del numero uno del mondo Nole Djokovic al primo turno per mano di un ritrovato –altra graditissima sorpresa- Juan Martin Del Potro; entrambi i giocatori non parteciperanno al torneo, una scelta che DelPo ha deciso di attuare per non sovraccaricare di lavoro il polso sinistro, mentre Nole ha addotto ad un problema al polso la causa del suo forfait; è innegabile che l’infortunio paia solamente uno specchietto per le allodole: secondo molti addetti ai lavori la cocente delusione di Rio ha imposto al fuoriclasse serbo un necessario periodo di riposo che possa in qualche modo alleviare il dolore per la sconfitta.
Oltre ai tennisti sopracitati, solamente Roger Federer tra i top player non sarà tra i partenti, anche se sarà tutta da vedere la condizione psicofisica con cui molti atleti reduci dall’Olimpiade brasiliana si presenteranno a Cincinnati: alcuni giocatori, infatti erano presenti sia nei tabelloni di singolare che in quelli di doppio e alcuni addirittura nel doppio misto; per arrivare agli US Open al massimo della condizione è alquanto prevedibile che molti tra questi campioni non si presentino con ambizioni da titolo in Ohio, ma solamente come “acclimatamento” alle simili condizioni di gioco che troveranno a New York.
Detto ciò senza il numero uno del seeding ai nastri di partenza, i galloni di favorito sono appuntati sul petto del britannico Murray, impegnato in questi giorni nella conquista di una medaglia, possibilmente d’oro, per il proprio paese.
Lo scozzese sta vivendo uno dei migliori periodi della propria carriera e senza Nole è ragionevolmente l’indiziato numero uno alla vittoria; sia per lui che per Nadal, testa di serie numero 3, bisognerà vedere quanta benzina è rimasta nel serbatoio dopo l’esperienza di Rio.
Il tabellone presenta quasi tutti i migliori giocatori del mondo e sicuramente assisteremo ad un torneo decisamente equilibrato; nella parte alta seguendo le teste di serie i prevedibili quarti di finale dovrebbero essere appannaggio di Murray, Nishikori, Raonic e Thiem: il canadese e l’austriaco in particolare sono chiamati ad un riscatto dopo le prove opache che hanno contraddistinto le loro ultime apparizioni.
In questa porzione di tabellone sono presenti anche i temibili Karlovic, Isner, Anderson, giocatori dal grande servizio che si possono adattare ottimamente su questa superficie particolarmente rapida (a dispetto del lentissimo cemento Olimpico). Altri reduci da Rio che hanno ben figurato sono Monfils, Goffin, Bautista e Fognini con il francese particolarmente a suo agio in questo periodo mentre per il ligure si prospetta sin da subito un difficile primo turno con il beniamino di casa John Isner.
Virando sulla parte bassa del tabellone, le teste di serie che dovrebbero farla da padrone sono Nadal e Wawrinka con lo svizzero seconda testa di serie del torneo: la condizione fisica di Rafa post olimpiade sarà da verificare ma se dovesse presentarsi sui campi di Cincinnati una versione del maiorchino simile a quella apprezzata a Rio, allora per gli altri atleti potrebbe veramente essere arduo doverlo affrontare; Wawrinka d’altro canto è in profonda crisi di risultati e chissà che non sia proprio quest’ultima parte di stagione outdoor a risollevare delle quotazioni scese in picchiata.
A fare compagnia a questi due giocatori ci sono uno spento Tsonga, Berdich (che ha ufficializzato l’arrivo di Ivanisevic sulla sua panchina) e Kirgios; altri tennisti da segnalare sono Johnson, Lopez e Cilic, anche se tutti i fari saranno puntati sul giovane gigante classe 1997 Reilly Opelka, il più alto giocatore ad aver messo piede nel circuito ATP; Opelka, che è alto 2.11m ha conosciuto le luci della ribalta durante il recente torneo di Atlanta quando ha visto la propria favola interrompersi solo in semifinale per mano del connazionale –e una volta tanto più piccolo di statura- John Isner: siamo tutti curiosi di vedere se il suo è stato un classico fuoco di paglia oppure se questo ragazzo ha veramente la stoffa del grande giocatore.
Nella competizione femminile tutti gli occhi sono puntati su Serena Williams, reduce suo malgrado dalla peggiore Olimpiade della carriera dove non è neppure andata a medaglia; visto il pessimo -e quanto mai inusuale- risultato Serena ha accettato la wild card propostale dagli organizzatori visto il primo posto della classifica minacciato dall’ottima Angelique Kerber: Serena detiene un esiguo vantaggio nei confronti della tedesca, un vantaggio che potrebbe esaurirsi qualora non raggiungesse i quarti mentre la sua avversaria diretta vincesse il torneo, una congiuntura non molto difficile da pronosticare visti i tempi che corrono.
Nella parte alta del tabellone compare anche Muguruza, un’altra giocatrice che non ha rispettato le grande aspettative all’Olimpiade perdendo subito sia in singolare che in doppio e Kvitova, la quale a differenza della collega spagnola ha disputato un’ottima Olimpiade, conquistando una meritata medaglia di bronzo.
Del lotto fanno parte anche Cibulkova, Kuznetsova, Svitolina (possibile secondo turno con Serena), Errani (turno difficile con Vandeweghe) e soprattutto la rivelazione di Rio 2016, la portoricana Monica Puig capace di issarsi sino alla finale del singolare: sarà interessante notare nei prossimi tornei l’evoluzione di questa giocatrice ancora giovane, classe 1993 che ha fatto tanto parlare di sé all’Olimpiade.
Come anticipato la parte bassa del tabellone vede la numero 2 del mondo - per ora? – Kerber ampiamente favorita per un posto in finale; a contendere i gradi di finalista ci saranno principalmente Radwanska e Halep, con la rumena che sta tornando sui livelli di qualche stagione fa e in seconda battuta la rientrante Bencic, Konta, Kasaktina, Suarez Navarro e la nostra Vinci, anche se la sua partecipazione è tutt’ora a rischio a causa della tendinite che la sta colpendo.
Da segnalare infine anche la presenza di Knapp e di Camila Giorgi che, però, dovranno accedere al tabellone principale solo previa qualificazione.