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Il torneo di Miami è giunto ai quarti di finale. Puntando l’obiettivo sul tabellone maschile, risalta in primo piano la sfida tra David Goffin e Gilles Simon. È un confronto tra veri e propri artisti di questo sport, fra i migliori interpreti dell’arte del “giocare a tennis”. Ciò che li rende così speciali e unici è la loro capacità di competere stabilmente con i primi 20 giocatori del circuito, a dispetto di un fisico, per massa e volume, inferiore a quello di tutti gli altri.

Non sono né eroi, né extraterrestri. Sono esseri pensanti, che hanno identificato nello stare vicino al campo, l’arma ideale per riequilibrare tale disparità. È una soluzione per pochi, difficile da mettere in pratica a causa delle alte velocità e che, per questo motivo, richiede una certa maestria nel gioco senza racchetta. Necessita quindi di una rapidità di piedi e pensiero molto elevata, ma regala angoli agli esecutori, che chi sta lontano dal campo non vede nemmeno col binocolo.

Il belga, numero 15 del ranking ATP, crea sul campo da tennis utilizzando tutte le combinazioni di colori, che con il tempo sta imparando a dosare sempre meglio. Dispone di una gamma di traiettorie molto ampia ed è capace di giocare col pedale dell’acceleratore, ma non oltre un certo limite, imposto come già detto dal suo fisico.

Il francese, numero 19 del mondo, è un artista monocromatico. Usa quindi un solo colore, ma ne conosce ogni sfumatura e sfaccettatura. Utilizza traiettorie basse e lineari, che fa tornare dall’altra parte della rete con grande frequenza. Per questo motivo mette in grande difficoltà tutti i suoi avversari, anche i Fab Four, abituati a colpire meno palle, da più lontano e da più in alto.

I due si sono affrontati soltanto una volta, nel 2015 sull’erba inglese del Queen’s Club. Partita vinta da Simon in tre set.

La partita inizia e come pronosticabile si caratterizza per scambi lunghi, con intensità che ricordano quelle del ping pong. Simon, quando è al servizio apre gli angoli necessari a tessere la sua ragnatela e se deve concludere il punto, lo fa avvicinandosi alla rete. Goffin, invece, forse troppo preoccupato dal rompere questa ragnatela, cerca spesso delle soluzioni da fondo campo, che gli consentano di uscire prima dallo scambio. Tali tentativi, però si trasformano troppe volte in errori e costano a David, un break nel quarto gioco. Il primo parziale si conclude con un 6-3 a favore del francese.

Ciò che emerge da questo primo set, è che Goffin stia giocando con la sensazione di avere di fronte un muro e non essendo un esperto nella demolizione, sia in difficoltà. Dovrebbe quindi cercare delle soluzioni per scavalcarlo. Il fatto che il francese sia venuto a rete più volte di lui deve farlo riflettere.

Inizia il secondo parziale e sembra subito che la soluzione adottata dal belga sia quella di avvicinarsi ulteriormente alla linea di base, per governare lo scambio con il dritto. Il suo passo in avanti ha un effetto fisarmonica che sposta di un metro indietro Simon. Tale dinamica si verifica anche nei game in cui è in battuta il francese, a causa delle basse percentuali del suo servizio (29% di punti vinti con la seconda palla), finora nascoste dai tanti gratuiti in risposta del suo avversario. Questo dato favorisce la vittoria del secondo set da parte del belga per 6-2, con un Simon visibilmente infastidito per il forte vento.

Nel terzo parziale il francese non riesce a porre rimedio a questo aspetto del suo gioco e si dimentica completamente della pazienza con cui aveva affrontato l’avvio di partita. Le discese a rete diminuiscono a scapito di frettolose soluzioni da lontanissimo. Goffin vince il terzo set 6-1 e approda in semifinale.

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